Destinazione Sardegna: é ora di agire
L'opinione di Patricia Petretto, imprenditrice turistica
Recentemente si sono svolti 2 giorni di incontri tecnici propedeutici alla definizione del piano strategico del turismo regionale e alla creazione del DMO denominato Destinazione Sardegna sotto la guida di un importante manager di destinazione europeo Josef Ejarque. Gli incontri – finalizzati a rilevare le criticità territoriali – erano tavoli partecipati nei quali ascoltare gli attori del territorio: imprenditori, associazioni di categoria, enti pubblici e amministrazioni locali.
Questi tavoli sono molto importanti, uno strumento attraverso il quale un territorio riesce a far sentire la propria voce e a prospettare le proprie esigenze. Nonostantel’importanza dell’occasione si è rilevata la quasi totale assenza degli amministratori locali, come sela presenza di sindaci e assessori fosse un fatto marginale e ininfluente. Josef Ejarque ha dimostrato “dati alla mano” che negli ultimi 20 anni non c’è stata una crescitaapprezzabile del settore turistico – il mondo ci conosce solo per le nostre spiagge e per la presenza di alcuni siti di notevole importanza. Ha rilevato numerose criticità analizzando statistiche internazionali, social e una rilevante mole di dati.
I numeri non mentono, abbiamo carenze storiche (segnaletica, info turistici, professionalità, mancanza di determinati servizi e tant’altro). Se qualcuno cerca di imputare agli imprenditori la responsabilità di ciò che non va, altri, al contrario, sottolineano le gravi mancanze della politica. Durante i tavoli è chiaramente emerso che non è dovere degli imprenditori far funzionare gli uffici turistici, installare la segnaletica stradale, rendere fruibili le attrattive locali, costruire strade e far funzionare il trasporto pubblico locale, pulire le spiaggie, varare e attuare strumenti di pianificazione di competenza di Enti la cui presenza non era rilevabile attorno ai tavoli. Bisogna cambiare paradigma: non è più il tempo delle chiacchiere, è il tempo di creare strategie, visioni condivise.
È tempo di porre in atto azioni concrete. Per decenni si è navigato a vista. Non ha funzionato. Se vogliamo che la Sardegna diventi una destinazione funzionale come quelle più affermate dobbiamo anche accettare il principio che se l’erba del vicino è sempre più verde la ragione è semplice: il vicino presta attenzione alla cura del giardino! Qui al massimo ogni tanto si taglia l’erba. É finito il tempo in cui il turismo deve essere interpretato come un comparto secondario!
Il turismo è e deve essere gestito come un industria, come il comparto che deve trainare l’economia dell’isola e come tale deve essere guidato da persone capaci e preparate. Occorre rimboccarsi le maniche: lavorare professionalmente sull’intera filiera e sviluppare prodotti nuovi tenendo conto alle esigenze territoriali, sulle infrastrutture, sulla mobilità interna e soprattutto su un piano diaccesso all’isola concentrato su tutti gli aeroporti e porti! Mi auguro che finalmente si possa inaugurare una nuova stagione che veda finalmente la Sardegna diventare una destinazione capace di competere con quelle più prestigiose ed affermate, dove il turismo possa contribuire alla creazione di un maggior benessere generale.