DiNolfo sulla cultura digitale
La percentuale della popolazione sarda che non ha mai utilizzato Internet è ancora molto elevata. Ma il web merita di essere considerato come un fattore determinante per lo sviluppo economico e culturale della nostra reg
L’uso dei computer e di Internet è diventato ormai parte integrante della vita quotidiana, e non lo scopriamo certo oggi. La situazione in Sardegna, da questo punto di vista, merita di essere considerata come un fattore determinante per lo sviluppo economico e culturale della nostra regione. Le sfide da affrontare sono essenzialmente tre: alfabetizzazione digitale, banda ultralarga, dominio di primo livello sardo (.sar)
La percentuale della popolazione sarda che non ha mai utilizzato Internet è ancora molto elevata. Si tratta di persone che spesso dichiarano di non averne bisogno, o di trovarlo troppo costoso. In molti casi, l’esclusione è dovuta a una mancanza di competenze in materia di alfabetizzazione e di media informatici, che incide non solo sulla capacità di trovare un’occupazione, ma anche di apprendere, creare, partecipare e usare con sicurezza e consapevolezza gli strumenti digitali. Le competenze digitali risultano, quindi, indispensabili per quanti vivono in una società basata nella conoscenza.
Un’opera di alfabetizzazione digitale è necessaria, e può essere attuata seguendo le linee dell’Agenda Digitale Europa e, soprattutto, la creazione di un Piano Sardo di Alfabetizzazione Digitale, pensato da e per la Sardegna, che permetta di superare il divario digitale presente nella nostra Isola.
Attualmente la posizione sarda referente al divario digitale territoriale è da considerare positivamente: la copertura del territorio sardo, infatti, è al 97,3 % con banda larga ad almeno a 2 Mbps di velocità.
Il problema reale per la Sardegna è che dei nostri 377 comuni, 373 sono considerati Aree Bianche, cioè aree coperte da Banda Larga con velocità inferiore a 30 Mbps. Ciononostante non sono previsti, nei prossimi anni, investimenti in tal senso, che possano adeguarci alle direttive europee. La giunta Cappellacci ha puntato tutto sul matrimonio Gas – Banda ultraveloce, tramite il progetto Bulgas-Fibersa. Ma la reale fattibilità del programma è tutta da verificare.
I servizi a banda ultraveloce possono essere forniti tramite una serie di infrastrutture di rete, basate su soluzioni con fili (xDSL, cavo), senza fili (Wi-Fi, WiMAX), via satellite o tecnologie mobili. Sarebbe opportuno ragione il tal senso.
Quello che non è identificabile chiaramente nella rete non esiste. Il popolo sardo nel mondo, la lingua e la cultura sarda, e certamente tutta la società sarda nel suo complesso, devono potere usufruire di un marchio chiaro e identificabile. La creazione di un dominio .sar non ha solo un valore simbolico, ma economico e culturale. Sarà come circolare per le autostrade della informazione con la nostra targa, indicando al mondo dove è la Sardegna e il popolo sardo.