D’isolamento si muore, nasce il G3
Nel G7 dei Trasporti, la Sardegna fa scuola. I grandi della terra, nel summit Cagliaritano di qualche giorno fa, imparano cosa non bisogna fare, se non si vuole condannare un popolo all'emarginazione e al sottosviluppo.
Ebbene si, d’isolamento si può morire. Lentamente. Giorno dopo giorno, in maniera quasi impercettibile; ma comunque, alla fine, letale. Sembra averlo capito perfino il nostro Presidente della regione; che, insieme a quello della Comunità Autonoma delle Isole Baleari, Francina Armengol, e del Consiglio esecutivo della Corsica, Gilles Simeoni, ha voluto stringere un’alleanza strategica, tesa a scongiurare questa sciagurata eventualità. I tre si sono uniti in un G3 tutto isolano e in un documento a firma congiunta, hanno presentato sei proposte sull’insularità al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, che ha presieduto il G7 Trasporti a Cagliari, concluso nei giorni scorsi.
Tra le righe del documento, si evidenzia in special modo, la proposta del “mobility compact”. Un contratto che dovrebbe impegnare i vettori aerei, dietro contributo pubblico, a garantire un aumento del numero dei passeggeri in entrata, nei periodi di bassa stagione. Nello stesso documento, si propone anche di realizzare il “metro-aereo”. Un servizio pubblico a tutti gli effetti, oneri compresi, per collegare le tre isole tra loro e con i rispettivi Paesi; con l’obiettivo dichiarato, di creare una “continuità territoriale mediterranea”.
Nello stesso documento, fra le varie proposte avanzate, c’è anche quella che vorrebbe la possibilità di stabilire una tariffazione fissa, insieme all’ipotesi di potersi interconnettere nelle reti di trasporti europee e nei corridoi di trasporto. Da segnalare, poi, alcune proposte nell’ambito della cooperazione transfrontaliera, dove Corsica, Sardegna e Baleari richiedono modifiche al limite massimo attualmente stabilito (150 km dalla costa continentale). Non sono mancati, per finire, suggerimenti sul versante delle agevolazioni fiscali, per il trasporto delle merci.
«Credo che quello di oggi sia un passo molto importante – dichiara soddisfatta Francina Armengol, al termine dei lavori – Più di 3 milioni di abitanti, tutti insieme, stanno reclamando delle distinzioni specifiche per le regioni insulari periferiche e per dare benefici a tutti quei cittadini. Non c’è niente di più ingiusto – afferma la rappresentante delle Baleari – che trattare in maniera uguale situazioni diverse. Allo stesso modo, non si può trattare in modo uguale un’isola e il territorio continentale. E’ un’ingiustizia – conclude – alla quale bisogna porre rimedio».
Soddisfatto, è parso anche Pigliaru, dopo aver consegnato il documento con le proposte al Presidente di turno Delrio. «Abbiamo trovato una porta aperta per il nostro G3 (Corsica- Baleari-Sardegna), per chiedere al G7 di riconoscere l’insularità come caso speciale e mi pare sia andata molto bene – ha dichiarato alla stampa – Abbiamo concordato con il ministro, che costruiremo un percorso comune per andare a Bruxelles accompagnati dai rispettivi Stati che condividono con noi i termini del problema”.
Non ci è dato di sapere, purtroppo, se il Pigliaru che ha intrapreso la virtuosa strada del G3, sia quello stesso che ha amministrato la Sardegna fino a ieri. Quello che, tanto per capirci, ha trovato il massimo della sua popolarità, nel promulgare eavallare misure e provvedimenti, tesi a disciplinare il settore dei trasporti sardi. Algheresi, in particolare. Per quanto riguarda Delrio, invece, non ci sono dubbi. Era proprio lui e non si è smentito. Smessa la giacchetta di Presidente di turno del G7 e indossata quella di ministro dei lavori pubblici, si è prodigato in una delle sue proverbiali promesse «Entro il 2019 la Sassari-Olbia sarà completata». Poi, non pago, ha rilanciato ancora «Da qui a tre anni, gran parte dei lavori della linea ferroviaria dell’Isola saranno realizzati e la nuova continuità partirà dopo l’estate». Bum! Avrebbe volentieri detto qualcuno. Ma c’era il rischio di mettere in allerta il gigantesco sistema di vigilanza antiterroristica, messo in piedi per l’occasione. E così, molti hanno applaudito. Giusto per non creare inutili allarmismi.
Insomma, dopo aver visitato la Sardegna e, con l’occasione, toccato con mano i suoi molti disagi; dopo aver visto negli occhi dei suoi abitanti, quella dolce mestizia, caratteristica di chi, orgoglioso del proprio essere, sa di essere condannato all’estinzione; dopo aver conosciuto da vicino i suoi governanti e studiato nel dettaglio le molte misure da loro adottate e intraprese nel corso degli anni; dopo tutte queste cose, per l’appunto, i restanti 6 Grandi, hanno preso buona consapevolezza di ciò che non si deve fare, quando si ha davvero a cuore, il diritto alla mobilità dei propri cittadini.
Seduti attorno a un tavolo, quindi, sotto lo sguardo attento del Presidente di turno Italiano, hanno cominciato a parlare di cose serie. Città connesse e totalmente informatizzate; veicoli con guida automatica e sensori sulle strade; programmi di gestione delle progettazioni delle infrastrutture; corsie preferenziali a pagamento per risparmiare tempo; interventi per salvare fauna e flora durante le lavorazioni; coperture “verdi” per le reti viarie; una nuova ferrovia che collega Helsinki a Varsavia e un sistema mobile per gli spostamenti dei disabili. «Ora, abbiamo tutti le idee più chiare», hanno dichiarato alcuni dei partecipanti al summit di Cagliari. E chissà, a cosa avranno voluto riferirsi…