Due premi ai ricercatori dell’Ateneo sassarese
Premio per miglior lavoro metodologico e Premio miglior lavoro clinico
I ricercatori dell’Università degli Studi di Sassari si aggiudicano due premi tra più di 400 contributi scientifici inviati da tutto il mondo: miglior lavoro metodologico e miglior lavoro clinico. Questo il risultato ottenuto al primo “Clinical Movement Analysis World Congress” che si è svolto a Roma dal 29 settembre al 4 ottobre. Un evento congiunto che ha riunito il 15° “Meeting of the Italian Society of Clinical Movement Analysis” e il 23°” Meeting of the European Society for Movement Analysis in Adults and Children”. In particolare, il premio come miglior lavoro metodologico è stato assegnato al lavoro dal titolo “A stride-by-stride gait spatio-temporal parameters estimate from shank- worn IMU recordings: validation on parkinson, choreic, hemiparetic and healthy elderly subjects”, che vede tra i suoi autori Diana Trojaniello, Andrea Cereatti, Elisa Pelosin, Anat Mirelman, Jeffrey M. Hausdorff, Laura. Avanzino e Ugo Della Croce. Il lavoro propone un metodo innovativo per la stima e la descrizione dei parametri spazio-temporali e della loro variabilità su diverse popolazioni patologiche. Tale metodologia, basata sull’utilizzo di sensori miniaturizzati, permette di valutare e quantificare in maniera oggettiva eventuali disturbi del sistema locomotorio.
Il premio come miglior lavoro clinico è stato invece assegnato al lavoro dal titolo “A comprehensive evaluation of the cross-training effect in ankle dorsiflexor muscles of healthy subjects”, che ha come autori Andrea Manca, Enzo Ortu, Francesco Pisanu , Francesca Ginatempo, Beniamina Mercante, Daniele Dragone , Eusebio Tolu e Franca Deriu. Il lavoro dimostra le potenzialità di una metodica riabilitativa non convenzionale detta cross-training, che consiste nell’allenare un solo arto con protocolli che determinano un incremento indiretto di forza nell’arto opposto, non allenato. Lo studio, condotto sia su soggetti sani che affetti da sclerosi multipla, determina quali fattori fisiologici devono essere valutati quando si esamina e si interviene sulla prestazione muscolare. Inoltre, evidenzia la rilevanza del cross-training nella riabilitazione di quelle patologie caratterizzate da deficit di forza unilaterale. In tali patologie, il cross-training può rappresentare un’opportunità unica, in quanto l’arto più debole è spesso troppo compromesso per poter sostenere un allenamento diretto, come convenzionalmente effettuato.