E’ tempo di vele spiegate
Lunedì 29 Ottobre scorso, il Sindaco e la Giunta Comunale hanno incontrato il Quartiere di Sant’Agostino, in uno di quegli appuntamenti, annunciati nel programma elettorale e confermati nelle dichiarazioni programmatiche di inizio legislatura, che dovrebbero sancire di fatto una presa di coscienza collettiva dell’azione amministrativa in Alghero. Definire lodevole questa scelta, dopo l’ultimo decennio colmo di nastri inauguranti il nulla, di annunci infiniti, di personaggi ridicoli o troppo disinvolti, di scelte demenziali o delinquenziali a seconda dello stato d’animo di chi giudica la scena, dello strapotere di una casta che ha svuotato l’erario per vantaggi personali, ed in definitiva di una pessima amministrazione della cosa pubblica, è semplicemente eufemistico : la Città ed i suoi Cittadini certamente hanno sete e fame di Buona Amministrazione , ma non solo : hanno bisogno, come per l’aria che respiriamo, di progetti, di novità, di colpi di genio, di inversioni di tendenze, in sostanza di una discontinuità vera e feroce con questo recente passato.
Pensavo proprio a queste idee, e mi chiedevo se ‘Partecipazione’ significasse solo il Sindaco che si lamenta per il disastro ricevuto in eredità ed i Cittadini che fanno il paio con lui lamentandosi per i cassonetti maleodoranti; spero proprio di no; anche perché il Municipio in questo periodo non è proprio un palazzo di vetro; cito solo i due casi che proprio in questi giorni fanno clamore: i cosiddetti ‘mal di pancia’ che minano la serenità in seno alla coalizione che ha eletto (dato da tenere sempre presente) e sostiene Stefano Lubrano, e le contrapposizioni altrettanto incomprensibili tra Palazzo Civico ed Architettura. La partecipazione della Gente ha un senso compiuto solo ad una condizione: che la Verità e la chiarezza non siano solo un valore aggiunto, ma elemento essenziale del rapporto partecipativo che lega la Amministrazione e la Cittadinanza; per cui fondare il cammino di questa Amministrazione su confronti sistematici tra le forze della coalizione da rendere pubblici attraverso comunicati congiunti, è sicuramente più comprensibile di isolate ed estemporanee comparsate che fanno ricordare tanto le vicende che causarono la caduta del Governo Prodi. Ed i rapporti con Architettura non possono poggiare sugli umori altalenanti dei vari protagonisti, ma devono comprendere i reciproci vantaggi che gli Ospiti e gli Ospitanti possono trarre perché il solco di una buona semina non venga interrotto da logoranti e logorroiche contrapposizioni. Detto ciò, è arrivato il momento di ‘sentire’ il vento, e senza indugiare porre le basi per la rotta decisiva che segni veramente la distanza abissale che il programma elettorale e le dichiarazioni programmatiche hanno promesso nei confronti di un passato che ha ancora l’aspetto dell’incubo.
*Chiedere il Lavoro al Sindaco è da matti; è un concetto che abbiamo sempre sostenuto in tutti questi anni e lo ribadiamo ancora di più oggi nel momento in cui le certezze stanno mancando in modo sistematico; ma chiedere al Sindaco che si adoperi perché il sistema economico locale possa creare le condizioni che favoriscano la nascita del lavoro, e che si ponga al centro di un ciclo virtuoso che pian piano cambi le menti, le coscienze e le intelligenze di tutti, ritengo sia un dovere al quale non può sottrarsi nessun Cittadino di buona volontà. Mi spiego meglio con un esempio: si fa un gran parlare di agroalimentare sardo, come una delle pedine strategiche capaci di marcare in senso identitario l’industria dell’accoglienza; agroalimentare significa la produzione ortofrutticola, gli allevamenti di bestiame vaccino e suino, il settore ittico, che producono essi stessi, se adeguatamente incentivati alla produzione, posti di lavoro che da una iniziale timidezza, possono lievitare a livelli di attenzione; ma da una teoria così affascinante quanto elementare alla prassi seguita dalla stragrande maggioranza degli operatori del settore, esiste un abisso più grande del proverbiale mare: infatti, ammettendo come unica eccezione la grande offerta di vini che provengono dal territorio e da tutta la Sardegna, l’impressione è che i ristoranti, gli alberghi, le pizzerie e tutte quelle strutture che assolvono al servizio di ristorazione, di sardo utilizzino ben poco; rivolgendosi ai grandi centri commerciali, dove la frutta e la verdura arrivano dalla Spagna, il pesce dall’Atlantico e le carni dalla Germania o dalla Francia, fanno esattamente come la maggior parte delle famiglie italiane il cui gusto è ormai condizionato dalle imposizioni della grande distribuzione. Ed è proprio questo lo snodo reale per sbloccare un sistema fermo da troppo tempo : se la delega assessoriale alle attività produttive e quindi allo sviluppo economico di tutte le categorie interessate non pone sul tavolo questo problema con l’intenzione di promuovere soluzioni operative reali, credo abbia mancato in modo totale gli obiettivi; e chissà che da incontri come questi, non possa nascere un comune abbattimento dei prezzi, che possa trarre i propri vantaggi dalla quantità di prestazioni, oltre che da una maggiore qualità e identità della materia prima, rendendo i nostri servigi meno esosi e più ‘buoni’.
*Il problema del capitolato vigente per la Nettezza Urbana, ritengo sia stato impostato in un modo concreto e ragionevole; ma gli sforzi più grandi devono essere rivolti al prossimo capitolato, alla ricerca di una soluzione globale e definitiva del sistema, anche se il corrispettivo dovesse risultare più oneroso; ma il primo impegno di codesta Amministrazione non deve consistere nell’aggravio dei maggiori costi per i contribuenti corretti, ma nella ricerca sistematica e coraggiosa di chi evade il pagamento di questo servizio, essenziale per la vita della stessa Comunità e per il tenore di una Città che vuole fare accoglienza in modo serio, compensando i maggiori eventuali costi con le entrate in tal modo procurate. Questi sono i due primi punti di una innovazione in senso coraggioso e geniale dell’azione amministrativa, e non sono stati elencati in ordine di importanza né tra di loro né con gli altri punti che indicherò sul prossimo articolo.