Editori Valenciani in Sardegna: «Politiche linguistiche nell’isola indietro di cento anni»

Ospiti dell’AES ad Alghero per Liber y Liber, i professionisti iberici hanno scoperto «una cittadina bellissima e attraente, con una parlata catalana più simile a quella di Valencia che a quella di Barcellona». A sorprendere è stato l’esiguo numero di pubblicazioni per ragazzi in sardo e in algherese.

«La situazione linguistica in Sardegna ci è sembrata piuttosto simile a quella che avevamo a Valencia cento anni fa, quando le pubblicazioni in catalano erano pressoché inesistenti». A parlare è Vicent Roca, editore spagnolo di Edicions96 che, con altri delegati dell’editoria valenziana, è arrivato nei giorni scorsi nell’isola per partecipare ai tavoli tecnici di “Liber y Liber” organizzati dall’AES ad Alghero. Incontri dedicati alla contrattazione internazionale, all’interscambio dei diritti librari e al confronto con altri editori ed agenti sardi e stranieri.

«Noi siamo riusciti a ribaltare la situazione con l’adozione di uno standard nel 1932, che gli scrittori hanno subito fatto proprio – ha spiegato Roca –. Nel 1982 abbiamo poi introdotto a scuola il nostro idioma, che ha acquisito coufficialità con il castigliano». Il catalano è così diventato materia didattica, per evolversi pochi anni dopo in lingua veicolare. «Io stesso – ha precisato – ho fatto tutta la mia formazione in catalano, dalla scuola primaria fino all’università, e ora noi editori pubblichiamo soprattutto in questa lingua, perché è quella naturale di riferimento dei lettori».

Ospiti dell’AES per il progetto “Liber y Liber”, realizzato nell’ambito della Programmazione unitaria 2014-2020 (bando LiberLAB della Regione Sardegna), assieme a Roca sono arrivati in Sardegna Teresa Val, segretaria di Full (Fundaciò pel Llibre i la Lectura), Maite Simon, editrice dell’università di Valencia e Carmen Pinyana, editrice dell’Universitat Jaume I della città di Castello. I professionisti iberici hanno scoperto ad Alghero «una cittadina bellissima e attraente, con una parlata catalana più simile a quella di Valencia che a quella di Barcellona».

La sorpresa è stata invece «trovare poca letteratura per bambini in lingua sarda, e praticamente nulla in catalano algherese». Lapidario il commento dell’editore Roca, che si occupa soprattutto di volumi per ragazzi: «Se mancano i libri destinati a scolari e studenti e lo standard non è utilizzato, sarà praticamente impossibile che la lingua sarda e le alloglotte entrino in pianta stabile nelle scuole. E in questo modo saranno destinate a scomparire». L’invito è stato quello a invertire la rotta quanto prima.

Già dal primo incontro con l’AES, avvenuto pochi mesi fa al Salone del libro di Torino attraverso Fidare (Federazione italiana degli editori indipendenti), la volontà di approfondire la conoscenza tra sardi e catalani è stata reciproca. Le due comunità hanno tante caratteristiche in comune come la presenza di lingue minoritarie, la dimensione di piccole case editrici e un’analoga produzione di titoli.

«Abbiamo accolto con grande entusiasmo l’invito dell’Associazione Editori Sardi, tanta era la voglia di scoprire l’isola – ha affermato Teresa Val –. Lo scopo dell’incontro è stato quello di stabilire contatti con editori, professionisti e agenti letterari, per verificare la possibilità di fare interscambio di diritti».

Tra i titoli sardi visionati, il maggior interesse è stato rivolto ai libri di letteratura per ragazzi e ad alcuni volumi su Grazia Deledda. «È una figura simbolo per tutte le donne, non solo sarde, ma è poco conosciuta in Spagna – è stato il commento di Carmen Pinyana, che si occupa di una collana incentrata soprattutto su scritti femministi –. Sarebbe bello riuscire a trasformare questo interesse in qualcosa di più, ma per ora resta tutto da definire entro le prossime settimane».

Secondo Ilya Pèrdigo, vice presidente dell’Associazione editori in lingua catalana (presente anche lui ad Alghero per Liber y Liber), questi ponti sono utili a favorire l’interesse e la possibilità di intercambiare pubblicazioni. «Nell’isola ho trovato prodotti editoriali di livello molto alto, ma la sensazione è che l’editoria sarda, a differenza di quella catalana, cerchi ancora stabilità, assumendosi un rischio importante per pubblicare in sardo, anche se con determinati aiuti economici. Tuttavia – ha specificato Pèrdigo – dopo essermi confrontato con editori algheresi e con Joan Elies Adell, direttore della sede della Generalitat de Catalunya ad Alghero, credo che le politiche per aumentare i parlanti in algherese o in sardo siano positive, ma in ogni caso, andranno valutate a medio termine».

Nei giorni scorsi la delegazione valenziana è stata accolta all’Università di Sassari, dove ha lasciato in biblioteca alcune copie rappresentative delle proprie pubblicazioni, con temi che vanno dalla poesia alla biologia, dalla letteratura alla linguistica e alla didattica. Omaggio particolare è stato un inedito, “Elements d’història de la llengua catalana” di Jordi Carbonel, già docente di Storia della lingua catalana all’Università di Cagliari.

Gli editori spagnoli hanno infine rivolto un particolare ringraziamento all’AES e alla presidente Simonetta Castia per la grande opportunità di interscambio tra culture. «Custodiamo gelosamente questo prezioso contatto nell’isola di Sardegna – hanno dichiarato – in attesa del nostro prossimo incontro che si terrà a Valencia nell’ottobre 2018 in occasione del Congresso dell’associazione degli editori».

7 Agosto 2017