Emergenza Peste Suina Africana: focolai a Mores e Sedini
Il Servizio Sanità Animale ricorda che sono fondamentali negli allevamenti l'adozione delle idonee misure di biosicurezza e il confinamento dei suini per evitare contatti con i cinghiali
Nei giorni scorsi i Veterinari del Servizio di Sanità Animale della Asl di Sassari nel corso di alcuni controlli di routine hanno rinvenuto due nuovi casi di peste suina africana nel sassarese. Il primo caso è stato registrato in un’azienda suina nel comune di Mores. Come previsto dal decreto n° 20 del 9/07/13, il Servizio ha provveduto ad abbattere i 20 capi infetti e a sottoporre l’allevamento a disinfezione. La presenza del focolaio ha determinato l’istituzione delle zone di restrizione, ovvero la Zona di Protezione (3 km) e la Zona di Sorveglianza (10 km), che sono state delimitate con il Sistema Informativo Geografico in otto comuni della provincia di Sassari con il coinvolgimento di 332 aziende suinicole e di circa 2.600 capi.
I comuni interessati sono Mores, Ardara, Ittireddu, Ozieri, Ploaghe, Siligo, Bonnanaro e Chiaramonti. Gli allevatori sono stati avvisati mediante sms alert. Inoltre, all’interno delle zone di protezione i sanitari della Asl di Sassari hanno completato i controlli negli allevamenti che non hanno evidenziato sintomatologia riferibile alla Peste suina africana. Un altro focolaio di Peste Suina Africana è stato evidenziato nel comune di Sedini dove sono stati abbattuti e distrutti i tre capi presenti nell’allevamento. In questo caso le zone di restrizione interessano complessivamente 337 aziende suine con circa 3000 capi nei comuni di Sedini, Bulzi, Castelsardo,Valledoria,Sennori,Viddalba,S.M. Coghinas,Nulvi ,Osilo e Tergu.
“Ancora una volta dobbiamo registrare nuovi focolai che provocano restrizioni commerciali e sanitarie gravissime nei confronti di centinaia di aziende suine” commenta il Direttore del Dipartimento di Prevenzione della ASL di Sassari Francesco Sgarangella. “E’ veramente sconfortante che ci siano ancora allevatori che, nonostante le continue raccomandazioni, mettono a repentaglio un intero settore produttivo”. Il Servizio Sanità Animale ricorda infatti che sono fondamentali negli allevamenti l’adozione delle idonee misure di biosicurezza e il confinamento dei suini per evitare qualsiasi contatto con i cinghiali.