Emergenza siccità, rischio acqua razionata nelle campagne e nelle case
E' emergenza siccità in Sardegna, soprattutto nel Nord, dove si riscontrano criticità importanti che possono dare luogo, se non ci saranno precipitazioni, al razionamento dell'acqua prima nelle campagne e poi nelle case.
Ad oggi ci sono scorte per 450 milioni di metri cubi, circa un anno, e Abbanoa dichiara un fabbisogno 2015 di 240 milioni di metri cubi per le reti cittadine. I problemi maggiori si riscontrano nella piana tra Chilivani e Ozieri dove si rischia di non poter più irrigare i campi. Nel bacino dell’alto Coghinas, infatti, il rapporto tra volume idrico invasato e fabbisogno medio annuo è di 1,82 rispetto al valore di equilibrio che si attesta su 1 (negli invasi ci sono 14,5 mln mc su 37,7 mln di capacità). Altre situazioni critiche si registrano nel sistema della Nurra, Temo-Cuga, con un rapporto di 1,40 (su una capacità di 15mln di metri cubi sono solo 8 mln quelli invasati) e nel Liscia, in Gallura, dove il rapporto è pari allo 0,96 con scorte pari a un anno in una sorta di pareggio tra volume disponibile e fabbisogno medio annuo, che impedisce però di programmare. In valori assoluti di volume invasato il sistema del Posada e del Cedrino risultano quelli messi peggio, ma si tratta di invasi di piccole dimensioni che durante questo periodo (da febbraio a maggio) hanno mostrato più volte segnali di immediata ripresa dovuta alle precipitazioni.
Soffrono anche la Sardegna centrale e il Sud ma la crisi è più governabile grazie alle interconnessioni dei bacini e delle reti, tutto però dipende da quanto pioverà nei prossimi mesi. La situazione complessiva illustrata dal direttore del distretto idrografico Roberto Silvano nel vertice convocato questo pomeriggio dall’assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, è analoga al periodo di siccità 2007-2008. «Il 2014 è stato molto scarso di precipitazioni, con 500 mm di pioggia e un deficit di 250 mm rispetto alla media – ha sottolineato il dirigente – Le criticità si sono riscontrate soprattutto negli ultimi 5 mesi: occorre lavorare per limitare i razionamenti utilizzando risorse marginali o provenienti da sistemi più lontani, oppure acqua di qualità non eccezionale. Questo significa un aumento di costi per il gestore Abbanoa in termini di sistemi di potabilizzazione e di spese per l’energia elettrica legate al pompaggio di acqua tra diversi bacini».
Nell’emergenza è stata coinvolta anche l’Enel che, salvo i 24 mln di metri cubi riservati alla sicurezza della rete elettrica, ha messo i bacini di sua competenza a disposizione della Sardegna. «La Regione oggi ha ufficializzato una situazione emergenziale – ha detto l’assessore Maninchedda – e ora seguiranno i tavoli bilaterali per definire la disciplina di utilizzo della risorse che tenga conto dei fabbisogni di imprese e cittadini anche attraverso il riutilizzo dei reflui o interventi di interconnessioni. In Finanziaria abbiamo previsto un intervento infrastrutturale di pianificazione che dia una soluzione definitiva ai problemi di deficit di programmazione. Attualmente però siamo preoccupati degli aumenti dei costi per Abbanoa e valuteremo di reperire ulteriori risorse per sostenere questo sforzo».