Eni, Wheeler: «la regione deve tutelare i nostri lavoratori»
Il sindaco di Porto Torres , durante la manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil, per denunciare il silenzio della Regione sulle ipotesi di ridimensionamento dei progetti dell'Eni, ha chiesto l'attivazione del tavolo dell'indotto e un sostegno per chi è stato espulso dal sistema produttivo
Un appello alla Regione per raccogliere il grido di allarme dei lavoratori del sito di Porto Torres. Lo ha lanciato questa mattina nella sala Canu il sindaco Sean Wheeler, durante la manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil, per denunciare il silenzio della Regione sulle ipotesi di ridimensionamento dei progetti dell’Eni nell’area produttiva di Porto Torres. Un appello mirato alla tutela di tutti i lavoratori diretti, dell’indotto e di coloro che sono stati espulsi dal sistema produttivo turritano.
«A non accorgersi di quanto sta accadendo nella nostra area produttiva, purtroppo, è proprio la Regione, nonostante in quest’ultimo anno e mezzo siano stati numerosi gli incontri con l’Eni. Dal Presidente – ha affermato il Sindaco di Porto Torres – ci aspettavamo tutti attenzioni sicuramente diverse per eliminare quelle storiche disparità che la classe politica aveva costruito tra il nostro capoluogo di Provincia e il capoluogo di Regione. Invece, così come sta accadendo per il mancato riconoscimento del Nord Sardegna ad area metropolitana, il disinteresse verso l’altra metà dell’Isola è evidente anche in questa partita. Questo atteggiamento non è accettabile».
«La fabbrica – ha aggiunto Sean Wheeler – per decenni ha costruito speranze. Speranze di sviluppo che si sono poi trasformate in tutto ciò che conosciamo: il deserto industriale e gravissimi danni ambientali e d’immagine al nostro splendido territorio. Quattro anni fa tutti i rappresentanti degli enti, delle associazioni di categoria, dei lavoratori diedero nella sede della Presidenza del Consiglio il via libera a un nuovo progetto, quello della chimica verde. Quel protocollo aveva un allegato, l’addendum, che prevedeva la tutela di tutti i lavoratori, da verificare con l’attivazione di un tavolo regionale sull’indotto. Da cittadino, prima ancora che da Sindaco, mi chiedo: se quel tavolo non è mai stato attivato di chi sono le responsabilità? Un protocollo è un contratto, anche morale: se non si rispetta come si può pretendere di avere rispetto?».
Il Sindaco ha ricordato che «ci sono centinaia di lavoratori a Porto Torres e non si tratta solo di nostri concittadini, ma anche di persone che arrivano da Sassari, Alghero, Sorso e da altri centri del territorio. Chiedo, perciò, anche ai colleghi sindaci di sostenere questa battaglia per il lavoro. Il problema di questi lavoratori non può essere ignorato dalla Regione, ma affrontato con le armi che ha a disposizione. La Regione deve immediatamente attivare il tavolo sull’indotto, utilizzare tutti gli strumenti che possono essere utili a sostenere i lavoratori espulsi dal sistema produttivo e aprire, con la partecipazione delle istituzioni locali, un tavolo urgente – conclude Sean Wheeler – con i massimi vertici di Eni, coordinato dalla stessa Regione, per capire quali sono i programmi per Porto Torres».