Enrico Berlinguer, l’ultimo leader alle “Notti rosse” di Bologna
“Enrico Berlinguer, l’ultimo leader” vola a Bologna, dove il 12 ottobre, alle 17,30, sarà presentato alla storica Casa del Popolo Corazza, nel centralissimo quartiere San Donato. Così, dopo il successo ottenuto proprio a Stintino, quando è stato presentato in sala consiliare (3 agosto) alla presenza del sindaco di Stintino Antonio Diana, di Gianfranco Ganau (sindaco di Sassari), Nicola Mancino, Francesco Mazzola, Gavino Angius e Mario Segni, il volume curato da Giovanni Gelsomino varcherà il Tirreno. La presentazione avverrà in occasione delle “Notti rosse”.Si tratta – così è stato definito durante la presentazione stintinese – di «un libro militante», perché ricorda la militanza e i militanti ai tempi di Berlinguer, che andavano la domenica, con l’abito della festa, a vendere l’Unità, il giornale del partito. Un libro che, attraverso il racconto di un leader, l’ultimo leader del Partito comunista italiano, di alcuni aspetti della sua vita, fatto da coloro che gli furono vicini o che lo conobbero, descrive anche lo spaccato di un paese, Stintino, che sempre fu caro a Enrico Berlinguer.
Il libro racchiude parte della storia del paese di pescatori e alcuni capitoli del volume, così come le foto in gran parte inedite, raccontano dell’ultimo leader del partito comunista italiano e della sua passione per Stintino. Una passione, forse, trasmessa dal nonno. «La famiglia Berlinguer – si legge nell’introduzione curata dal sindaco di Stintino Antonio Diana – fu tra le pioniere delle vacanze stintinesi, inizialmente con il nonno Enrico». E altri sono i capitoli testimonianza di questo attaccamento per Stintino: I bei momenti a cura di Tore Patatu; I ricordi di Domenica, di Giovanni Gelsomino, e ancora il capitolo dedicato a Gino Ajello e alla lunga amicizia trascorsa tra mare, vele latine e militanza politica, scritto da Piero Ajello. Un capitolo, poi, scritto dal primo cittadino stintinese, è dedicato al paese, La Stintino dei pescatori, tra cronaca e storia.
Nel libro ancora Berlinguer e la Sardegna, di Antonello Mattone; Il mio Berlinguer, la bella intervista di Giovanni Gelsomino a Gavino Angius; Berlinguer, un’idea del Paese di Alfredo Reichlin; la testimonianza di Mario Birardi in Uno dei nostri, uno di tutti. Quindi ancora Il rapporto con la scuola di Giuseppe Fiori e Il prof di Berlinguer di Giovanna Forteleoni. Un capitolo è scritto da Guido Melis, Ciò che è stato ciò che ci ha dato, e poi Giovanni Loriga di Mariuccia Fruianu, Il compagno Flavio Secchi di Giovanni Secchi, a seguire Agostino Spano di Giovanni Tendas e Paolo Demuro, La mitica “Gramsci” di Tore Sanna, Luigi Polano di Maria Letizia Pirisi, Berlinguer a La Maddalena di Tore Abate, Un altare per Berlinguer di Cristina Nadotti, A un amico di Luigi Pintor, Dimenticare Berlinguer di Salvatore Mannuzzu e 13 giugno 1984 di Fabio Stassi.
A Bologna per la presentazione è prevista la partecipazione del sindaco Antonio Diana e saranno presenti, oltre a Giovanni Gelsomino, Domenico Cella, direttore della Fondazione De Gasperi di Bologna, Walter Tega, docente di Storia all’Università di Bologna e già presidente dell’Istituto Gramsci dell’Emilia Romagna, e Pier Luigi Visci, già direttore del Resto del Carlino. La serata è organizzata dalla Fondazione Duemila, presieduta da Mauro Roda.