Esposito: la mia astensione a garanzia di imparzialità
«Svolgo il ruolo che il Consiglio e la mia stessa maggioranza mi hanno affidato, quello super partes»: è il chiarimento che arriva dalla presidente del Consiglio comunale di Alghero Gabriella Esposito, dopo il voto di astensione sul rendiconto 2012. «Questo ruolo mi spinge ad avere l’equilibrio necessario – spiega la presidente – a garanzia di ciascun consigliere, delle sue idee e delle sue prerogative: ritengo questo come mio principale dovere innanzitutto per rispetto dell’istituzione che rappresento». «Il voto di astensione, che da ora in poi sarà la regola – assicura Gabriella Esposito – nasce proprio sul rendiconto che è uno degli atti più qualificanti del Consiglio comunale».
«È mio dovere svolgere un ruolo politico-istituzionale e ho cercato di farlo anche col mio intervento sul consuntivo – prosegue la Esposito – forse irrituale e scomodo, ma non ho voluto nascondere al Consiglio e alla Città le preoccupazioni che ho avvertito dalla lettura e dallo studio di quello che non è solo un atto contabile. L’ho fatto da presidente di quest’assemblea non per dare un giudizio politico di parte, ma per farmi interprete di una situazione che – come detto dai revisori – merita attenzione e un’inversione di tendenza soprattutto per le prospettive future. Sono sempre più convinta – prosegue – che siano i cittadini la nostra bussola, ai quali rendere conto. Chiedo dialogo, confronto e non rissa in Consiglio comunale, per permettere ai cittadini di capire, farsi un’idea, valutare, essere davvero al primo posto quando si fanno le scelte».
«In un momento di difficoltà nel rapporto fra cittadini e istituzioni – dice Gabriella Esposito – credo faccia bene alla politica privilegiare anche col proprio comportamento istituzionale, equilibrato ed imparziale, la salvaguardia dei diritti di tutti». Il Presidente del Consiglio comunale non ha dubbi: «sempre più cercherò di orientare il mandato nel servizio ai cittadini, nel coinvolgimento dei consiglieri comunali, a cominciare dalla riforma dello Statuto e dei regolamenti, anche attraverso forme di partecipazione popolare alle scelte che il Consiglio dovrà fare».