Falsi blitz antidroga per fare carriera. L’ appuntato algherese rischia 16 anni
Il carabiniere è accusato di aver organizzato una serie di falsi blitz antidroga. Il processo si sta svolgendo a Sassari. In pratica si sostiene che abbia arrestato innocenti solo per fare carriera: droga sistemata nelle loro case, nei luoghi di lavoro, e poi casualmente scoperta: fingendo e simulando chissà quale indagine complessa. Il pm Gianni Caria ha chiesto 16 anni per l’appuntato algherese Francesco SIlanos. Un maresciallo invece avrebbe avuto un ruolo molto marginale nella vicenda: il magistrato ha chiesto una pena di due anni. Il processo si svolge a Sassari e ha vissuto fasi drammatiche. Davanti ai giudici hanno testimoniato anche alcuni ufficiali, entrati nell’idagine e sentiti come testimoni. Alcuni extracomunitari e altre persone erano finiti in cella tra il 2007 e il 2008. Da quei fatti nacque un inchiesta molto lunga partita dalle dichiarazioni di Francesco Marongiu, confidente dell’appuntato indagato dove tra l’altro erano stati trovati due chili di eroina. Secondo l’accusa in quella occasione vennero stilati verbali falso. Francesco Marongiu è già stato condannato con il rito abbreviato: con lui un altro militare coinvolto: l’ex brigadiere Pino Urpis. La sentenza è attesa per Novembre.