Fertilia, la collettività locale insorge: “sgombero immediato del campo rom”
"C'è stato il tempo della comprensione e dell'accoglienza. C'è stato il tempo del dialogo, dell'educazione e del richiamo. C'è stato il tempo per le proposte ed anche quello per le soluzioni. Ora è il tempo del rispetto
Un secco no a qualsiasi inadempienza o ritardo nel ripristino delle condizioni ambientali, igienico-sanitarie e rispetto della legge in relazione all’area di sosta temporanea dei Rom, viene perentoriamente indirizzato alle Istituzioni dalla Collettività locale senza alcuna insegna, slogan e schieramento politico.
“Dopo oltre trent’anni di occupazione della pineta dell’Arenosu, – scrivono in un comunicato congiunto Daniele Sardu, Luciano Solinas e Giuseppe Manni, presidenti rispettivamente dell’ Ente Giuliano di Sardegna, del Comitato di Quartiere di Fertilia e dell’Ass. Naz. Venezia Giulia e Dalmazia – con totale degrado della stessa, accumulo di materiali nocivi e fortemente inquinanti, e continui incendi notturni e diurni che appestano l’aria con sostanze tossiche, non si può più assistere passivamente all’ennesima presa per il naso di un’altra scadenza legale che rischia di essere elusa in sordina. Si parla infatti di diverse diffide per “omissione di atti d’ufficio”, per “omessa tutela della salute pubblica”, per “mancata vigilanza del sito ed ambientale” e per “omessa custodia di bene pubblico” con le relative “responsabilità individuali” legate alla “doverosità” ed “indifferibilità” degli atti per chi non adempie al proprio dovere e ruolo istituzionale, dalla proprietà del terreno, all’Ente gestore, al Commissario Regionale, sino all’Azienda Sanitaria Locale ed alle Autorità di Pubblica Sicurezza. Nient’altro che il rispetto della legalità facendo esattamente ciò che prescrive la legge, non solo per chi è inadempiente, ma anche a salvaguardia di chi le norme codificate del vivere civile le ha sempre rispettate ed a tutela di tutti quelli che, in quanto minori, continuano notte e giorno a subire passivamente i reati e le negligenze degli adulti, sia all’interno dell’area di sosta temporanea, sia nelle Istituzioni”.
“E sarebbe anche ora – prosegue la nota – di smettere di chiamare pomposamente quell’area “Campo Nomadi” poiché non si tratta di un campo o un’area di sosta attrezzata, così come sulla carta si vorrebbe far credere in qualche Ufficio Regionale o Comunitario, bensì un “ghetto”, un “mondezzaio”, una “terra dei fuochi” dove, nel terzo millennio, nella progredita Italia, vivono e lavorano uomini, donne e bambini in mezzo alla spazzatura, agli animali, ai rifiuti più inquinanti, a sostanze chimiche percolanti ed alle proprie deiezioni, emarginati e sicuramente non integrati nella popolazione algherese, pur sostando nel territorio del Comune di Alghero ed all’interno del Parco Naturale Regionale di Porto Conte, Azienda Speciale che avrebbe dovuto preservare le condizioni di naturalità, tutelandole in modo che tutta la Collettività potesse goderne”.
“Un chiaro richiamo al rispetto della legge, quindi, senza ennesime proroghe e con ferma osservanza di quanto prescritto nell’ordinanza sindacale, escludendo qualsiasi ulteriore ritardo. C’è stato il tempo della comprensione e dell’accoglienza. C’è stato il tempo del dialogo, dell’educazione e del richiamo. C’è stato il tempo per le proposte ed anche quello per le soluzioni. Nulla è cambiato se non in peggio. Ora è il tempo del rispetto della legge. Per tutti. E questo – concludono Sardu, Solinas e Manni nela nota – vale anche per chiunque continui a strumentalizzare politicamente ed ideologicamente questa ultra trentennale triste vicenda per il proprio torna conto personale, dimenticandosi che riguarda esseri umani e salute pubblica”.