Finanziaria 2015, mai più il rischio di perdere fondi UE grazie a programmazione integrata
È iniziato in Consiglio regionale l'iter che porterà all'approvazione della manovra finanziaria. L'assessore del Bilancio Paci: «senza patto di stabilità 800 milioni in più da spendere per la Sardegna».
Mai più il rischio di perdere fondi europei grazie alla programmazione integrata prevista dalla manovra finanziaria da 7 miliardi e 783 milioni di euro che oggi inizia ufficialmente il percorso in Consiglio regionale con l’audizione in Commissione Bilancio dell’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci. È la grande novità, insieme alla fuoriuscita dal Patto di stabilità che porterà fra i 700 e gli 800 milioni in più da spendere subito, della prima manovra della Giunta Pigliaru, che imporrà di verificare prima di tutto la possibilità di spendere i finanziamenti erogati dall’Europa e solo in seguito, qualora non fosse possibile, di fare ricorso a quelli nazionali e regionali. “La spesa delle risorse del ciclo 2007-2013 è in forte ritardo, ed è inaccettabile rischiare di perdere centinaia di milioni in un momento come questo”, sottolinea l’assessore Paci. “Serviva dunque un intervento deciso, e l’abbiamo realizzato iscrivendo nel bilancio 2015 le annualità 2014-2015 dei fondi Fesr e Fse, a cui si somma la quota del 2015 del fondo FEASR. In totale 520 milioni di cui 440 di fonte comunitaria e nazionale e 80 di cofinanziamento regionale, da usare immediatamente”.
Si tratta di una manovra che, nonostante la situazione di profonda crisi economica e sociale, la riduzione del Pil, l’aumento del numero di disoccupati e la riduzione delle entrate della Regione, mette in campo risorse importanti e tutte immediatamente spendibili, punta su politiche strategiche in ottica keynesiana per rilanciare l’economia della Sardegna, mira allo sviluppo, non aumenta l’aliquota Irpef e non introduce il ticket sanitario, rendendo permanente il taglio dell’Irap per le imprese, azzerandola alle nuove per i primi 5 anni di attività e dichiarando guerra aperta agli sprechi. Al centro dell’attenzione e degli interventi della Giunta ci sono prima di tutto l’Istruzione e l’Ambiente insieme alle politiche per il Lavoro e al rilancio dell’Economia. “E poi, basta con gli assurdi vincoli del patto di stabilità – sottolinea il vicepresidente della Regione – d’ora in poi spendiamo tutto quello che entra nelle nostre casse per dare risposte certe a territori, istituzioni, categorie sociali”.
Le entrate previste. Ci sono 6 miliardi e 592 milioni di fondi regionali fra entrate tributarie, extra tributarie, alienazioni e mutui, 145 milioni di trasferimenti correnti, 850 di trasferimenti in conto capitale. 197 milioni arrivano dalla programmazione dei fondi Por 2014-2020 (di cui 127 FESR e 70 FSE), a cui si aggiunge un milione di altri trasferimenti Ue. Dopo l’approvazione della Legge di Stabilità del governo Renzi, che lascia a Roma 97 milioni di accantonamenti fiscali, la Giunta ha trovato la soluzione per lasciare inalterata la spesa per il 2015: 50 milioni su 200 di riserve erariali sono stati “liberati” dal governo (non c’è più cioè l’obbligo di usarli solo per pagare il debito pubblico) e gli altri 47 saranno spostati dalla Sanità visto che per ripianare i debiti delle Asl è stata approvata a fine anno una leggina da 60 milioni. “Abbiamo trovato una soluzione indolore anche grazie alla sensibilità dell’intero Consiglio regionale che ha permesso a fine anno di approvare con la procedura d’urgenza la leggina per la copertura del disavanzo in sanità – spiega l’assessore Paci – Dunque nessun capitolo di spesa sarà toccato: certo il livello di accantonamenti fiscali è già molto elevato, il governo Renzi ha assicurato che questo sarà l’ultimo taglio quindi ci aspettiamo che sia così, e che tutti gli impegni vengano rispettati a cominciare da quello di versare nei prossimi giorni il primo acconto degli arretrati della vertenza entrate”.
Irap tagliata per sempre. La Giunta stabilizza a tempo indeterminato il taglio dell’Irap (che era al 70% ma solo per tre anni fino al 2015) portandolo a una quota fissa del 25% che si somma al taglio voluto dal governo nazionale con la legge di stabilità, la azzera per i primi 5 anni di attività delle nuove imprese e continua a garantire l’aliquota più bassa d’Italia (2,93%), mantenendo allo stesso tempo l’Irpef alla soglia minima prevista (1,23%) e non introducendo i ticket sanitari. “Agli imprenditori diciamo: venite in Sardegna a investire, per ben 5 anni ci sarà zero IRAP da pagare e poi garantiamo una riduzione permanente – dice il titolare del Bilancio – Abbassare il taglio dell’Irap era necessario per poter rendere il provvedimento permanente e sostenibile, a tutela delle imprese che avranno così certezza anche per il futuro”. IL PIANO REGIONALE INFRASTRUTTURE – Avrà un valore di 600 milioni di euro, verrà realizzato a partire dal 2015 nell’arco di 8 anni e sarà finanziato con un mutuo. Finanzierà interventi su: edilizia scolastica, sistema viario, infrastrutture portuali, sistema idrico integrato (potabile, fognario-depurativo), settore idrico multi settoriale, opere di mitigazione del rischio idrogeologico (se non finanziate da risorse nazionali). “Oltre a colmare in parte il gap che grava sulla Sardegna, con questo Piano apriremo decine di cantieri, creando nuova occupazione per il rilancio dell’economia locale”, assicura l’assessore Paci
Meno partecipate e contenimento delle spese. La spesa per il personale e il funzionamento della Regione, degli enti e delle partecipate regionali è stata ridotta del 4,4%, passando da 813 milioni del 2014 a 777 del 2015. Particolare attenzione alla revisione della spesa nella sanità, che assorbe circa la metà delle risorse regionali, il cui target è stato fissato nel valore dl fabbisogno CIPE (2886 milioni), più 57 milioni di extra Lea: saranno riorganizzate Asl e rete ospedaliera e razionalizzate le spese farmaceutiche anche per liberare risorse per altre politiche di sviluppo. “I costi crescenti non sono stati finora proporzionali al servizio offerto, dunque bisogna riorganizzare le cure primarie, la rete ospedaliera e la rete di emergenza urgenza attraverso l’Areus”, spiega Paci.
I capitoli di spesa. Le spese obbligatorie della Regione (da quelle istituzionali agli stipendi per il personale fino a continuità territoriale, fondo perenzioni e rate mutui) ammontano a 2 miliardi e 306 milioni (5 miliardi e 320 milioni con la Sanità). Per l’Istruzione la Giunta nel 2015 spenderà 211 milioni, 140 per il Lavoro, 190 per le Imprese, 284 per l’Agricoltura, 125 per Turismo, Cultura e Sport. Tre miliardi e 23 milioni per la Sanità, 244 milioni per l’Inclusione sociale, 380 per la Protezione dell’ambiente, un miliardo e 89 milioni per le Infrastrutture, 327 per la Mobilità, 88 per il Territorio, 60 per Semplificazione e Qualità istituzionale e, infine, un miliardo e 793 milioni per Istituzioni, Enti locali, Gestioni finanziarie e Spese obbligatorie.
“Questa Giunta punta moltissimo sull’istruzione, perciò vogliamo migliorare la scuola sia nelle strutture che nella didattica e ridurre una dispersione scolastica che ormai con il 24% ha raggiunto livelli inaccettabili – sottolinea l’assessore al Bilancio – Ma vogliamo anche rimettere in moto il mercato del lavoro riformando e riorganizzando i Csl, finanziando il reinserimento nel mondo del lavoro e creando nuove opportunità per i giovani con percorsi di orientamento e formazione”. La manovra punta poi moltissimo sul rilancio dell’Agricoltura – con l’aumento dei prodotti di eccellenza da proporre nel mercato nazionale e internazionale e l’azzeramento delle epidemie animali che finora hanno bloccato le esportazioni dei prodotti – e sul Turismo, con destagionalizzazione e riorganizzazione dell’accoglienza ma anche col finanziamento di un Piano straordinario di scavi archeologici, che vada oltre Mont’e Prama e riesca a legare il patrimonio archeologico sardo con Expo 2015 . E poi l’Ambiente e i Trasporti: la Giunta Pigliaru vuole completare il sistema regionale di gestione dei rifiuti, attivare le bonifiche nei territori inquinati, proseguire con la prevenzione e la gestione dei rischi e potenziare i servizi ferroviari urbani e extraurbani, la rete Metro di Cagliari e Sassari, rendere più efficiente il trasporto pubblico locale, definendo nuovi interventi di sostegno al traffico aereo internazionale.