«Che fine ha fatto la messa in algherese?»
L'opinione di Giancarlo Ballone
Domenica quattro settembre era il mio anniversario di matrimonio, mia moglie mi ha proposto di andare ad ascoltare la messa delle diciannove in catalano che si celebra a S.Francesco ogni domenica da tantissimi anni. Arriviamo in anticipo di quindici minuti, notiamo che non ci sono ancora molti fedeli e sui banchi non c’è il libretto delle preghiere in catalano,faccio notare a mia moglie quel particolare e come al solito mi risponde che sono “lo sòlit malpalsent, ag uarda que ixi la responsable”. Trascorrono i minuti e nessuno si fa vedere,cosi prendo l’iniziativa di andare in sacrestia dove trovo il frate Bruno, gli chiedo i libretti e balbettando mi dice di non sapere dove siano e mi pianta asso; una signora mi fa notare che le preghiere sono appoggiate sulla base del mobile armadio, ne prelevo due. Mentre esco dalla sacrestia, la gentile signora mi dice che è molto probabile che il sacerdote che deve celebrare la messa non venga perché già da molte settimane questa messa, frequentatissima dagli algheresi, non viene celebrata. Non ho parole per giudicare questa mancanza di serietà da parte del sacerdote che questo vescovo ha voluto istruire in poco tempo, per sostituire don Tavera, algherese, che ogni domenica scendeva da Villanova per amore della sua gente e celebrava la messa nella nostra lingua materna. La messa in algherese, oltre ad essere un atto di fede, era anche un momento di incontro e aggregazione della mia comunità. Perché questi ultimi due vescovi sembrano non avere in simpatia le tradizioni culturali di Alghero, imponendo le loro idee come sovrani prepotenti? Mi chiedo a chi dà fastidio celebrare una messa ad Alghero nella lingua peculiare del luogo. Trovo vergognoso che un vescovo non abbia rispetto per una parte dei fedeli di questa città. Mentre i fedeli che erano andati a S. Francesco per la messa in algherese si allontanavano delusi dalla chiesa, alcuni hanno commentato che era evidente la volontà di boicottare questa messa, di farla celebrare senza continuità per far allontanare i fedeli e poter dire poi che è inutile mantenere una messa che nessuno segue. “Una furbata indegna di un vescovo“ è stato uno dei commenti. Spero proprio che non sia così. Altri hanno fatto notare che l’attuale sacerdote di domenica è impegnato a causa della sua carica di cerimoniere del vescovo. Allora perché non farla celebrare di sabato? Troverà altre soluzioni chi rema contro per boicottare la messa in Catalano continuando ad impoverire la chiesa di fedeli.