«Firino blatera sull’algherese e fa una figura da sprovveduta»

Aldo Sari, presidente de l'Associació per a la Salvaguarda del Patrimoni Historicocultural de l’Alguer, scrive una lettera al Governatore Pigliaru

Prosegue la polemica sulle dichiarazioni dell’assessore regionale alla Cultura Claudia Firino che ha recentemente definito il catalano di Alghero una variante del sardo. Dopo le dichiarazioni di qualche giorno fa dell’ex sindaco di Alghero Marco Tedde (LEGGI) e la lettera inviata al presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru dal presidente dell’Òmnium Cultural de l’Alguer, Stefano Campus, (LEGGI) ecco le parole di Guido Sari,  presidente de l’Associació per a la Salvaguarda del Patrimoni Historicocultural de l’Alguer. Riportiamo integralmente la sua lettera inviata al Governatore Pigliaru.

Ill.mo Sig. Presidente,
sappiamo tutti che la scelta degli assessori è sempre dettata da motivazioni politiche e raramente è fatta in base alle competenze specifiche della persona a cui si affidano deleghe assessoriali. Il recente caso dell’Assessore Claudia Firino che blatera sull’algherese lo mostra nel modo più evidente. Nessuno pretende che un assessore acquisisca in breve tempo una buona conoscenza nel campo specifico del settore in cui opera, per quanto dovrebbe essere suo dovere, però almeno si auspica che prima di fare dichiarazioni pubbliche si documenti anche solo superficialmente.
L’assessore Firino, benché recentemente sia venuta ad Alghero ed abbia parlato col sindaco Mario Buno e con i Dirigenti scolastici cittadini in merito ad un monitoraggio linguistico che vede come città campione Alghero, ed abbia anche discusso sulla possibilità di introdurre ore di insegnamento della lingua locale, non deve aver capito, o non glielo hanno spiegato, dando per scontato che lo sapesse, che l’algherese non è una variante del sardo, ma una varietà della lingua catalana.
Se avesse consultato, per fare in fretta, Wikipedia (nessuno pretende la lettura di un saggio di linguistica da parte di un assessore che si deve interessare anche di lingue minoritarie), si sarebbe risparmiata la figura di sprovveduta totale che invece ha fatto.
Pertanto si chiede una rettifica ufficiale e l’ammissione da parte della Ferino d’aver parlato senza nozione di causa. Ciò oltretutto servirebbe a non alimentare l’ipotesi che, in realtà, la svista dell’assessora nasce dalla tendenza, già da molti notata e dimostrabile, di un atteggiamento prevaricatore a livello decisionale politico della lingua sarda nei confronti delle lingue minoritarie allogene e in particolar modo dell’algherese.

10 Agosto 2015