Fiscalità un miraggio. Cappellacci bocciato dal governo
Che la politica sia tutto il contrario di tutto l’avevamo ben compreso, visti i risvolti dei governi, da quello cittadino a quello nazionale. Una politica che crea miraggi, solca mari e monti per poi vanificare non si sa come, le promesse fatte da mesi che sono susseguite ad incontri, strette di mano e quant’altro. Dunque ricapitolando. Tre giorni fa il presidente ancora in carica Ugo cappellacci dichiarava “vittoria storica” nei confronti del governo, proponendo una regime di fiscalità di vantaggio. Fiscalità di vantaggio e taglio del 70% dell’Irap per le imprese sarde che ieri sono sparite dalla Legge di stabilità. Cosa è successo? E’ durata appena 3 giorni l’euforia per la vittoria sul Governo. L’Esecutivo avrebbe fatto marcia indietro: oggi la Giunta regionale si riunirà a Roma. “La nostra è una chiamata alle armi” ha detto Cappellacci invitando alla mobilitazione tutte le altre forze politiche e sociali. Secondo la giunta regionale si tratta di una vera e propria ingiustizia che avrà conseguenze catastrofiche sul clima elettorale e che sconvolgerà anche i meccanismi di partito. Ci sono voci che confermano ipotetiche dimissioni di Cappellacci e il ribaltamento della scelta del candidato per il centro destra alle prossime regionali 2014.
La modifica dell’art. 10 dello Statuto attraverso cui la Regione avrebbe potuto usare la “leva” della fiscalità di vantaggio, era stata infatti inserita nella Legge di stabilità. La norma consentiva vantaggi alle aziende isolane attraverso il taglio del 70% dell’Irap. Il governo aveva inzialmente impugnato la misura perché in contrasto con l’art. 10 dello Statuto che prevedeva esenzioni solo per le nuove imprese. Tre giorni fa la svolta: grazie all’introduzione della modifica inserita nella legge di stabilità, il beneficio poteva essere esteso a tutte le aziende. Ugo Cappellacci ha commentato cosi la bocciatura: “Non ci sono problemi di copertura finanziaria, né di tipo tecnico e la fattibilità è stata condivisa con la direzione generale delle politiche fiscali di Palazzo Chigi. Ha, quindi, tutti i crismi per poter essere varata”. Per la Sardegna, come ha poi concluso il Governatore, si tratta di un antipasto di fiscalità di vantaggio che consolida l’abbattimento del 70% dell’Irap per le imprese sarde che risparmierebbero 280 milioni per tre anni, “soldi che la Sardegna non chiede allo Stato ma che la Regione avrebbe messo di tasca propria, per di più mettendo in moto un meccanismo che avrebbe consentito allo Stato di incassare di più”.