“Flat Tax si o Flat Tax no?”
L'opinione di Vittorio Guillot
Non sono un economista per cui non avrei alcun problema a ritirare tutto ciò che scrivo in questo pezzo se mi si dimostrerà che il mio modo di ragionare è sbagliato. Comunque credo che, ai fini della giustizia sociale e dello sviluppo economico, non serva affatto la ‘Tassa Piatta’, alias Flat Tax, fondata, almeno così mi pare di aver capito, su aliquote di tassazione uguali per tutti i redditi, per quelli più cospicui e per quelli più modesti. Mi pare chiaro, infatti, che chi percepisce un reddito più basso, supponiamo di mille euro mensili, è spinto a spenderlo nella quasi totalità per pagare i beni e i servizi necessari per campare. In tal modo, dieci persone che percepissero un analogo reddito, spenderebbero, complessivamente circa diecimila euro al mese. Così verrebbe, conseguentemente moltiplicato per dieci anche il numero di chi fornisce i beni e servizi e, ovviamente, il volume totale dei loro redditi. Chi invece, percepisce redditi più alti, diciamo di diecimila euro al mese, non sente la necessità di spendere per intero quella cifra per esigenze vitali.
Supponiamo che per il mantenimento suo e della famiglia ne spenda solo tremila ed altri settemila li risparmi e metta da parte. Mi sembra evidente che, in questo caso, i fornitori di beni e servizi percepirebbero dei redditi corrispondenti solo ai tremila euro spesi dal ricco. In definitiva coloro che percepiscono redditi più bassi, nel loro insieme, danno indirettamente lavoro ad un maggior numero di persone e generano più redditi di un solo ricco che guadagni quanto tutti loro. In definitiva, creando posti di lavoro, sia pure indirettamente,il ‘povero’ finisce anche per far aumentare i contribuenti tassabili dagli Enti Pubblici, con un certo vantaggio per le loro Casse. A me, inoltre, non piace per niente che, gravando con balzelli di ugual percentuale sia il ricco che il povero, si tolga a quest’ultimo il pane di bocca per consentire a chi possiede di più di spassarsela allegramente. A parte ciò, per le ragioni di economia generale che ho esposto, mi pare che, ai fini dello sviluppo complessivo, sia più efficace una tassazione percentualmente progressiva, che colpisca in maggior misura i redditi più alti.
Ad esempio, se il reddito dei mille euro mensili fosse tassato con aliquote del 5%,a quello di diecimila euro si potrebbero pretendete aliquote del 10%. Ciò non toglie che dovrebbero essere agevolati con tassazioni percentualmente più basse i risparmi che fossero investiti in attività produttive rispetto a quelli tenuti ‘inoperosi’ o spesi per beni di lusso. Non dimentichiamo, infatti, che quei risparmi sarebbero utilizzati per far funzionare le imprese e che queste sono le vere creatrici di lavoro e ricchezza. In questa, ottica tasserei con aliquote molto basse o, possibilmente, non tasserei affatto, le famiglie con più figli rispetto ai celibi ed alle famiglie con una prole meno numerosa. Credo che, così, si darebbe un aiuto concreto alle famiglie e si cercherebbe di invertire la tendenza alla denatalità, che fa invecchiare il nostro popolo fino a minacciarne la sopravvivenza. Fra l’altro, non vi pare che chi alleva ed educa dei figli investa i suoi denari per il futuro del nostro popolo e che, quindi, debba essere aiutato e premiato?