Ginepreto raso al suolo a Capo Caccia, sigilli all’hotel

Blitz della Forestale nell'area ricadente nel perimetro del Parco naturale regionale di Porto Conte

Un ginepreto secolare di un ettaro in un’area ad altissima tutela ambientale, ricadente nel perimetro del Parco naturale regionale di Porto Conte, raso al suolo senza alcuna autorizzazione insieme ad altre numerose essenze arboree che dimoravano al suo interno. È il reato contestato dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione Sardegna, che ha proceduto in queste ore al sequestro di tutta l’area che include anche l’hotel Capo Caccia. E’ quanto riporta l’agenzia Ansa.

Arrivano anche le prime reazioni dal mondo politico. “Una attività sulla quale abbiamo attivato tutti i controlli e le verifiche, effettuata anche di notte e pare senza nessuna autorizzazione – ha detto il Sindaco Mario Conoci – Il cantiere è stato sottoposto a sequestro. Di certo, al di là delle opere edili, un danno ambientale enorme, in una area sottoposta a tutela integrale, all’interno del Parco Regionale di Porto Conte e individuata come Sito di Interesse Comunitario. Una cosa rispetto alla quale il Comune di Alghero, quale rappresentante della comunità algherese, è parte lesa. Nelle prossime ore proseguirà, insieme alle altre autorità, ogni verifica”.

Duro anche il commento di Valdo Di Nolfo, consigliere comunale di Sinistra in Comune e vicepresidente della commissione urbanistica di Alghero. “Assurdo che sia stato possibile uno scempio di questo tipo, in pieno parco regionale di Porto Conte e a due passi dal mare. E’ davvero possibile che nessuno si sia accorto di nulla?” si domanda Di Nolfo che continua: “stiamo parlando di più un ettaro di piante secolari vincolate, agli autori farei pagare una multa milionaria ma che comunque non cancellerebbe lo scandalo”. Il consigliere ha già annunciato che farà una richiesta di accesso agli atti “per sapere se e che tipo di autorizzazioni sono state concesse dal Comune di Alghero” e “credo che il Comune dovrebbe essere parte attiva della faccenda. Se fosse possibile dovrebbe denunciare, chiedere i danni e fare tutti gli atti possibili ed immaginabili perché la pena sia più severa possibile”.

8 Dicembre 2020