Giù i caschi per protesta: la polizia stradale in Sardegna affronta gravi difficoltà

Sindacato in rivolta: "La polizia stradale deve operare in condizioni di sicurezza"

Il segretario regionale del Siulp, Salvatore Deidda, è gravissima: “I poliziotti denunciano il profondo malessere della categoria. Non siamo più disponibili a sopportare le inadempienze di questa amministrazione che costringe gli agenti a lavorare in contesti sempre più difficili, con mezzi obsoleti e in strutture fatiscenti”. Ecco cosa succede in Sardegna raccontato da chi ha vissuto il disagio:  “Troppe volte abbiamo dovuto comprare i pezzi di ricambio e aggiustare le auto della Polizia. Troppo spesso ci siamo dovuti pagare le spese sanitarie per infortuni durante i servizi d’ordine pubblico. In troppe occasioni abbiamo accettato di svolgere servizi massacranti. Ora diciamo basta. Incominceremo un po’ più spesso a toglierci il casco in ordine pubblico”.

I sindacati sono sul piede di guerra, si rivolgono alla politica, all’Amministrazione centrale della Polizia, la situazione sopratutto in Sardegna è insostenibile. Sul reparto mobile in sindacato annuncia provvedimenti immediati:  “Basta intese sugli orari in deroga, gli uomini del Reparto Mobile svolgeranno servizi semplici e in orari diurni. Il reparto prevenzione crimine di Abbasanta effettuerà l’orario dalle 8 alle 14”. La situazione, come spiega il segretario regionale del Siulp, Salvatore Deidda, è gravissima: “I poliziotti denunciano il profondo malessere della categoria. Non siamo più disponibili a sopportare le inadempienze di questa amministrazione che costringe gli agenti a lavorare in contesti sempre più difficili, con mezzi obsoleti e in strutture fatiscenti”. I reparti in “sofferenza” sono molti. Gli uomini della Stradale, denunciano ancora i sindacati, sono costretti a utilizzare auto vecchie e con 300 mila chilometri percorsi. A Bitti invece da due mesi non ci sono pattuglie della Polizia stradale.” E’ una situazione di disagio che impedisce il normale svolgimento del servizio in condizioni tecniche e psicologiche non idonee a chi fa un lavoro come questo. 

redazione, 23 Giugno 2014