“Grave discriminazione dell’algherese nei cartelli della villa romana di Sant’Imbenia”
L’associazione Plataforma per la Llengua chiede alla Sovrintendenza di ritirare la nota con la quale vieta l’uso del catalano di Alghero nei cartelli informativi del sito archeologico
La Plataforma per la Llengua, tramite la sua delegazione ad Alghero denuncia “un grave episodio di discriminazione del catalano” nella realizzazione dei cartelli informativi del sito archeologico di Sant’Imbenia, la villa romana che ricade all’interno del Parco di Porto Conte, recentemente riaperta al pubblico. Il Parco, che sta ripristinando i cartelli informativi nel sito, ha ricevuto una nota dal professor Bruno Billeci, Sovrintendente dei beni archeologici della provincia di Sassari, nella quale si autorizza l’uso delle lingue italiana e inglese, ma non del catalano. La motivazione con la quale si giustifica la decisione, secondo Billeci, risiede nel fatto che “il catalano non rientra tra le lingue ufficiali dell’Unione Europea per l’interazione con il pubblico, le organizzazioni e gli Stati membri”.
L’ONG del catalano si unisce alla protesta della Consulta Civica per le Politiche Linguistiche del catalano di Alghero, di cui Plataforma fa parte, e alla lettera che il sindaco della città, Mario Conoci, ha inviato al Sovrintendente, manifestando meraviglia e delusione per questa decisione che, secondo il Sindaco è “in totale dissonanza col dettato della norma regionale che regola la materia”.
“Ricordiamo – si legge in una nota dell’associazione Plataforma per la Llengua – che la lingua catalana è una delle dodici minoranze riconosciute dalla legge italiana 15 dicembre 1999 n. 482 e la sua tutela ed il suo uso sono normati e previsti dalla legge regionale 3 luglio 2018 n. 22 e dallo statuto comunale all’art. 9. Queste norme trovano giustificazione nell’articolo 6 della Costituzione della Repubblica Italiana. Aggiungiamo che, a livello europeo la decisione contrasta chiaramente con la filosofia della Carta Europea delle Lingue Regionali o Minoritarie che all’art. 7 lettera d) evidenzia l’importanza dell’incentivazione dell’uso orale e scritto delle lingue minoritarie nella vita pubblica e privata”.
L’associazione afferma che, sebbene sia vero che il catalano non è una delle lingue ufficiali dell’Unione Europea, non si può negare che la lingua sia principalmente uno strumento di comunicazione e di affermazione della propria identità. Per questo motivo, ad esempio, l’ufficio di rappresentanza del Parlamento Europeo a Barcellona utilizza regolarmente il catalano nella sua comunicazione sul web. “Il Parco di Porto Conte e le rovine romane che si trovano al suo interno, fanno parte del Comune di Alghero, città di lingua catalana, e i consiglieri comunali della città, che rappresentano gli algheresi, sono anche, ex officio, membri dell’Assemblea del Parco. Obbligare una intera città a patire dell’esclusione dell’algherese dalla comunicazione ufficiale di un ente come il Parco è una decisione incomprensibile, totalmente ingiusta e offensiva per la comunità catalanoparlante di Alghero. Chiediamo quindi alla Sovrintendenza di abbandonare questa posizione ingiustificabile e di riammettere l’algherese nei cartelli informativi” – conclude la nota.