Grillo a testa bassa contro Rodotà: “Un miracolato dalla Rete, sbrinato dal mausoleo”

Per la verità, Grillo non lo nomina nemmeno, ma la sostanza non cambia. Dopo averlo indicato come un esempio da seguire, come una persona di grande rigore morale ed ideale, il capo politico del Movimento 5 Stelle cambia linea e attacca a testa bassa il professor Rodotà: “Un ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo una grande carriera e di rifondare la sinistra”. Alla radice di questo brusco mutamento il peccato mortale di cui si è macchiato il candidato del Movimento 5 Stelle alla Presidenza della Repubblica: l’aver osato dire che il risultato delle elezioni amministrative del M5S è stato deludente e che occorre riflettere sugli errori commessi e magari “rendersi conto che siamo entrati in una fase nuova e che quello che ha determinato il successo non è un ingrediente che può essere replicato all’infinito”.

Troppo, davvero troppo per il capo politico del Movimento 5 Stelle che, nel ribadire che il risultato delle elezioni comunali parziali “storicamente è sempre stato diverso come esito e peso rispetto a quelle politiche”, fa l’elenco di tutte le maestrine dalla penna rossa che muovono obiezioni al Movimento e che “vedono la pagliuzza negli occhi del M5S, pagliuzza che spesso non c’è neppure, e non hanno coscienza della trave su cui sono appoggiati”. Ma ecco il complesso del Grillo – pensiero:

“Dopo le elezioni comunali parziali che storicamente, come qualsiasi asino sa, sono sempre state diverse come esito e peso rispetto a quelle politiche, c’è un fiorire di maestrini dalla penna rossa. Sono usciti dalle cantine e dai freezer dopo vent’anni di batoste e di vergogne infinite del loro partito, che si chiami pdmenoelle o Sel, non c’è differenza. In prima fila persino, con mio sincero stupore, un ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo una grande carriera e di rifondare la sinistra. E’ tornato in grande spolvero il supercazzolaro che non sa nulla né di Ilva, né degli inceneritori concessi alla Marcecaglia, è come le vecchie di “Bocca di Rosa” “Si sa che la gente dà buoni consigli/ se non può più dare cattivo esempio”. C’è poi lo smacchiatore di Bettola in grande forma che spiega, con convinzione, che la colpa del governo delle Larghe Intese è del M5S quando il pdmenoelle ha fatto l’impossibile per fottere prima Marini e poi Prodi e non ha neppure preso in considerazione Rodotà.
Belìn, questo ha perso più battaglie del general Cadorna a Caporetto e ci viene venduto da Floris come Wellington a Trafalgar. I maestrini dalla penna rossa sono usciti dal libro Cuore, impersonano però Franti e non Garrone. Mentono agli elettori, fanno inciuci, usano la fionda contro i passerotti e poi nascondono la mano. Renzie, lo statista gonfiato, imperversa con le sue ricette e le critiche al M5S su tutti i canali televisivi preda di compiacenti cortigiane come la Gruber. Renzie non è più sindaco di Firenze da tempo, è diventato un venditore a tempo pieno di sé stesso. Vende in giro un sindaco mai usato, come nuovo. Persino Topo Gigio Veltroni è stato riesumato per discettare delle elezioni, forte della sua esperienza di averle perse tutte, ma proprio tutte. E poi c’è la claque, quella cattiva e quella buona, quella che attacca a testa bassa, la cui esponente è laFinocchiaro che vuole fuorilegge il M5S, accampata in Parlamento da 8 legislature, e quella buona, alla Pippo Civati, che non ha fatto i nomi dei 101 che hanno affossato Prodi, che vive in un partito che succhia da anni centinaia di milioni di finanziamenti pubblici, ma però è tanto buonino. Lo vorresti adottare o, in alternativa, lanciargli un bastone da riporto. Maestrini che vedono la pagliuzza negli occhi del M5S, pagliuzza che spesso non c’è neppure, e non hanno coscienza della trave su cui sono appoggiati.”

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30 Maggio 2013