“Guardando una vecchia foto”
L'opinione di Vittorio Guillot
Nel sistemare un cassetto mi capita tra le mani una vecchia foto. ‘Maggio 1965’, c’è scritto nel retro. Non amo gran che le nostalgie perché portano ad una specie di mitizzazione del passato quasi che, allora, al contrario di oggi, le cose andassero benissimo. Non è così. Anche allora c’erano, accanto alle tante cose belle, le ingiustizie, la corruzione, i latrocini, i sequestri di persona, la paura della guerra atomica, i delitti di mafia ed il terrorismo. Quella foto, però, ritrae una persona a me particolarmente cara, la professoressa Sesa Fogu, e mi ricorda una forte e bella esperienza.
Con quella professoressa avevo avuto delle vivaci discussioni su certe vicende della storia d’Italia, che erano state vissute dalla sua generazione ma non dalla mia, nata nel dopoguerra. Si discuteva, per farla breve, del fascismo e dell’antifascismo. Io esponevo animatamente certe mie opinioni e la professoressa mi contraddiceva con uguale energia. Anche se le nostre opinioni erano opposte, la professoressa mi lasciava parlare liberamente. Così il dialogo si fece molto serrato. Gli argomenti toccati stavano molto a cuore ad entrambi e, quindi, le discussioni si ripeterono ancora. Una volta, forse per un mio atteggiamento un po’ provocatorio e polemico, la discussione si trasformò in battibecco.
Pensavo che la professoressa mi avesse preso in antipatia e che, prima o poi, me la avrebbe fatta pagare. Invece no, mi trattò sempre con grande disponibilità ed affetto fino alla conclusione degli studi. Solo diversi anni più tardi seppi che la professoressa Sesa, da studentessa universitaria, aveva combattuto nella Resistenza, in Piemonte. Credo che fosse stata una staffetta partigiana. Capii, allora, la grandezza di quella donna. Ricordai, infatti, con molta emozione, che, senza mai parlarci o vantarsi del suo passato, in quelle discussioni aveva sempre manifestato, senza alcuna esitazione, il disprezzo per tutti i delinquenti e violenti e tutta la sua compressione anche per tanti ‘bravi ragazzi’ che si erano battuti dall’altra parte della barricata.
Devo dire che da quelle discussioni ho ricevuto un grande insegnamento, anche se le mie convinzioni su quella storia non cambiarono molto. Quella professoressa mi ha insegnato ad esprimere sempre ciò che penso, chiaramente e lealmente, senza curarmi che sia sgradito alla massa. Ho imparato il rispetto per gli altri e per le loro scelte, a volte molto rischiose e sofferte. Ho imparato, soprattutto, il grande valore della Libertà. Quella degli altri, certo, e anche la mia.