I lunedì con Pierluigi Alvau: primo appuntamento
Lunedì 19 novembre 2012 è previsto il primo appuntamento della VIIIa stagione de ‘I lunedì con Pierluigi Alvau’, la rassegna di poesia, monologhi e teatro da camera promossa puntualmente ogni anno da Alguer Cultura. Il programma di questo primo recital della VIIIa stagione, vedrà una interpretazione dei versi più conosciuti di Cesare Pavese. La serata sarà ulteriormente impreziosita dal flauto e dalle melodie di Mauro Uselli.
Cesare Pavese nasce a S. Stefano Belbo il 9 Settembre 1908: qui il padre, cancelliere di tribunale a Torino, ha un piccolo podere che per tutta l’infanzia sarà per lo scrittore la sede delle sue vacanze estive, mitizzata sempre nei suoi scritti. Pavese si rivela un ragazzo timido, amante dei libri, della natura e sempre pronto ad isolarsi dagli altri. Si laurea a Torino, con una tesi sulla poesia di Walt Withman. Insegna saltuariamente in vari istituti medi statali, ma, poiché non è iscritto al partito fascista, deve ripiegare sugli istituti privati. Nel 1933 comincia a lavorare, insieme a Carlo Levi, Massimo Mila, Leone Ginzburg e altri, alla casa editrice Einaudi, ma nel 1935 viene arrestato perché coinvolto in attività antifasciste. Condannato al confino a Brancaleone, in Calabria, vi resta fino al Marzo del ’36. Inizia intanto a registrare un diario “Il mestiere di vivere” e al ritorno dal confino sfiora il suicidio perché la donna da lui amata si era sposata. In seguito scrive: “Lavorare stanca”, “Paesi tuoi”, “Feria d’agosto”. Dopo la caduta del fascismo si rifugia con la famiglia nel Monferrato e continua la sua produzione con ” Dialoghi con Leucò”, “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, “Il compagno” (premio Salento 1938), “Prima che il gallo canti”, “La bella estate”, “La luna e i falò”. Nello 1949 vince il Premio Strega con il volume “La bella estate”. Il 27 Agosto 1950 muore suicida in una camera dell’hotel Roma a Torino lasciando solo un’annotazione, sulla prima pagina dei “Dialoghi con Leucò”, sul comodino della stanza «Perdono tutti e a tutti chiedo perdono… Non fate troppi pettegolezzi».