“I Social ed il pensiero unico”
L'opinione di Vittorio Guillot
Qualche tempo fa ho scritto che non approvavo che Trump, dopo essersi rivolto al sistema giudiziario per chiarire la questione dei brogli elettorali, non ne accettasse il verdetto. Inoltre, anche se accusava la magistratura americana di faziosità e politicizzazione, durante il suo mandato non aveva fatto niente per riformarla. Per tutto ciò ritenevo che dovesse affidarsi alle istituzioni che rappresentava anziché chiedere il sostegno della piazza. Certo, ho scritto quelle frasi con un occhio all’Italia, dove, da decenni, i politici chiacchierano sui mali della giustizia, sulla lunghezza dei processi, sulle tresche tra magistrati e politicanti ma nessuno ha mai fatto una seria riforma. Salvo, poi, sbraitare se colpiti da sentenze sgradite. I ritocchi del ministro Bonafede sono banali pannicelli caldi perché non ‘responsabilizzano’ i magistrati, non impediscono gli intrighi tra magistratura e politica, non eliminano lo strapotere delle correnti.
D’altronde quello di incartarsi in inconcludenti beghe di palazzo è un vecchio vizio della nostra classe politica, che non vuole rendersi conto che, così, fa perdere la fiducia della gente nelle istituzioni e nella stessa democrazia. Secondo me la radice di questo andazzo è nel sistema politico, che consente ai ricatti dei boss di partitelli anche minuscoli di impedire a chi governa di prendere decisioni tempestive, chiare e durature. Di conseguenza la crisi del sistema andrà avanti finché non si risolverà questo problema. In ogni modo ritengo che l’assalto del Campidoglio U.S.A. sia stato un fatto gravissimo soprattutto perché è stato colpito un simbolo della democrazia non solo americana ma mondiale. Comunque trovo perlomeno strano che, in questo caso, si parli di ‘insurrezione’ mentre vengono trattati con paternalistica indulgenza gli assalti a pubbliche istituzioni perpetrati dai Black Livers Matter.
Ancora più preoccupante è che i vari Social abbiano censurato Trump ed i suoi seguaci ma continuino a lasciare molto spazio a certi personaggi legati perfino all’estremismo islamico. E’ vero che quei Social sono di proprietà privata. Comunque, poiché si diffondono in tutti gli strati della popolazione usufruendo di strutture impiantate anche in spazi pubblici, dovrebbero essere disciplinati dallo Stato, come già lo sono le radio e le televisioni private, in modo da garantire a tutti i cittadini un uguale trattamento ed una uguale libertà di espressione. Queste regole pubbliche sono oltremodo necessarie perché quei Social sono in mano ad un sistema quasi monopolista che può subdolamente assoggettare grandi masse ad un ‘pensiero unico’.
Quindi questa posizione dominante costituisce un pericolo per la pluralità dell’informazione e della democrazia. Il fatto è che gli Stati devono trovare il modo di porre delle regole non solo ai colossi della comunicazione ma anche a quelli della finanza e della economia nazionale e internazionale. Perciò mi farebbe piacere che si accordassero tra loro in tal senso e stipulassero una buona Convenzione. Purtroppo la vedo molto dura! In caso contrario, sfruttando la globalizzazione fuori controllo, saranno le multinazionali a imporre ai popoli la loro volontà in maniera sempre più opprimente, in barba alle leggi, alle Costituzioni, ai diritti ed ai giusti interessi dei cittadini. Così si finisce per distruggere il tessuto sociale delle nazioni e si impoveriscono strati popolari sempre più vasti.
Io penso, al contrario, che i diritti e gli interessi legittimi dei popoli debbano essere protetti dalla dall’invadenza straniera e, più specificamente, da quella del capitalismo delle multinazionali e dalle immigrazioni incontrollate. Tra l’altro sospetto che vi sia una connessione tra chi manovra quelle immigrazioni e le multinazionali. Biden agirà per difendere i diritti dei popoli e, quindi, di ogni cittadino? Temo di no, anche se spero di si. Certo è che se tutelerà gli interessi delle multinazionali a scapito della gente comune, il mondo diventerà ancora peggiore di quanto già non sia.