Operai Icom incrociano le braccia : cosi funziona la chimica verde?

Oggi 300 operai della Icom incrociano le braccia. Cancelli chiusi. Tutti fuori, la solidarietà arriva anche dagli operai delle ditte che lavorano con loro. Uno sciopero di alcune ore, sicuramente in mattinata ci sarà l’incontro con i sindacati ,ma c’è poco da dialogare quando c’è la quattordicesima arretrata, almeno questo ci è parso di capire da chi ogni giorno si alza dal letto e va a lavorare sperando che quel sacrificio riempia il salvadanaio. Le difficoltà legate al polo industriale sono ventennali, le speranza legate alla chimica verde avevano portato ad accordi ben precisi che avrebbero dovuto far rinascere il polo industriale a Porto Torres. Ma è evidente che ci sono ancora troppe lacune del sistema e che non sono bastati quegli 8 milioni di euro sanciti da un accordo siglato il 5 ottobre 2012,con un contratto tra la Icom e Matrìca che avrebbe consentito di avviare i cantieri con le imprese sarde e assumere disoccupati. A pieno regime gli occupati complessivi sarebbero stati oltre duecento per tutto il 2013 e le tre aziende, avevano assicurato che la precedenza sarebbe stata data ai lavoratori della Sicmi. Impiegate tutte le specializzazioni, dai saldatori ai tubisti, all’ingegneria meccanica. Ma anche autisti e gruisti (la Icom possiede un parco mezzi impressionante, compresa una gru da 500 tonnellate), lavoratori che si sono formati proprio all’interno dello stabilimento petrolchimico. Oggi sono li, li vedete nella foto. A braccia conserte, perchè sono stanchi di aspettare Babbo Natale. Il territorio è costretto a subire un ulteriore umiliazione. Ciò che chiedono stamane sempre a quanto ci dicono fonti non ufficiali non era previsto dal contratto iniziale ma ci sono troppe incomprensioni legate alla quattordicesima, alle indennità e altri meccanismi che oggi li hanno tenuti fuori dai cancelli.

1 Ottobre 2013