Il caso di Claudia Lombardo, pensione a 41 anni e vitalizio da 5mila euro
L'ex presidente del Consiglio regionale sardo (Forza Italia) percepisce una pensione di 5129 euro mensili. Il suo caso però non è unico.
In pensione a 41 anni e con un vitalizio da oltre cinquemila euro. Fa discutere il caso di Claudia Lombardo, consigliera regionale in Sardegna. Ex Forza Italia, dalla fine della XIV legislatura, ovvero dal 20 marzo 2014, gode di una ‘pensione’ di 5.129 euro al mese. In barba a quanto legiferato dal Governo Monti che nel 2012 ha fissato a 66 annil’età per accedere al vitalizio nel 2012, visto che nel 2011 la Regione Sardegna aveva già abolito il vitalizio. Ma la norma vale solo per i futuri consiglieri.
La sua storia è riportata da Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera:
“L’anno prima, nel ‘94, la ragazza era stata eletta giovanissima, senza aver mai lavorato un giorno in vita sua, al consiglio regionale della Sardegna. Merito della bellezza, dei riccioli biondi, del «tocco magico» che aveva allora Berlusconi, dei voti di papà Salvatore. Il quale, consigliere socialista confluito in Forza Italia, le aveva lasciato in eredità il seggio come fosse un comò”.
La carriera politica della Lombardo prosegue: confermata consigliere nel 1999 e nel 2004, poi coordinatrice sarda di Forza Italia nel 2008 e con la vittoria di Ugo Cappellacci diventa presidente dell’assemblea regionale sarda nel 2009. Ora, nel 2014, va in pensione a 41 anni:
“Ed è riuscita a stracciare perfino un record che pareva imbattibile, quello di Giuseppe Gambale, entrato ragazzino alla Camera nel ‘92 e andato in pensione nel 2006 (per diventare subito assessore al Comune di Napoli: altro stipendio) con 8.455 euro lordi al mese. A 42 anni. Dopo avere versato complessivamente, per quattro legislature, 222 mila euro: recuperati in 26 mesi di pensione”.
Ma il caso della Lombardo non è l’unico:
“Era successo – ricorda Stella – a 49 anni, per lo strascico delle vecchie regole, ad Alfonso Pecoraro Scanio, a 48 a Rino Piscitello, a 46 ad Antonio Martusciello. E sempre per lo strascico di norme troppo tardi ritoccate, come spiegava poche settimane fa Sergio Rizzo, c’è ancora oggi alla Regione Lazio chi è appena andato in pensione con cinquant’anni e una sola legislatura”.
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