Il Cdm approva il ddl contro il finanziamento pubblico ai partiti
E’ stato dunque raggiunto l’accordo che decreta l’abolizione dei rimborsi ai partiti e che introduce un nuovo sistema di finanziamento della politica che confiderà sui contributi volontari dei cittadini. Adesso la parola passa al Parlamento. Se il ddl verrà, infatti, approvato senza alcuna modifica entrerà in azione gradualmente per essere a pieno regime nei prossime tre anni, ovvero nel 2017, al termine dell’erogazione del rimborso già previsto per le elezioni di quest’anno. Un’abolizione dei rimborsi dunque spalmata secondo parametri determinati: il primo anno del 60%, il secondo del 50%, il terzo del 40%, per poi essere cancellata del tutto.
Il vecchio sistema di finanziamento ai partiti verrà quindi sostituito da donazioni private e volontarie dei cittadini. Il ddl, infatti, prevede, a partire dal 2016, la possibilità di versare con il 2 per mille liberi contributi da destinare a servizi vari, come sedi, bollette telefoniche, spazi televisivi. Inoltre, sempre nello stesso ddl, sono previste donazioni private che saranno favorite da importanti sgravi fiscali: del 52% per gli importi compresi tra i 50 € e i 5.000 euro e del 26% per tutti gli altri fino ad un tetto massimo di 20.000 euro.
Altra precisazione quella del Ministro per le infrastrutture Maurizio Lupi (Pdl) : “Ci dovrà essere un periodo di transitorietà legato ai tempi con cui arriveranno i finanziamenti dei privati. Il ddl – continua il ministro – è l’attuazione dei principi che avevamo approvato in Cdm, una completa e assoluta rivisitazione dei finanziamento dei partiti, dove non ci sarà più il finanziamento pubblico ma il contributo da parte dei privati con agevolazioni fiscali”. Il parlamentare Fabrizio Cicchitto esprime invece seri dubbi. “In attesa di conoscere il testo del Consiglio dei ministri sul finanziamento dei partiti non posso fare a meno di confermare quello che ho già detto: si passa da un sistema all’altro. Dall’eccesso del finanziamento pubblico si passa alla abolizione totale che a mio avviso avrà solo effetti negativi”.
Fortemente critica la nota dei deputati grillini che parlano di “legge-truffa che raggira con l’inganno i cittadini che continueranno a pagare per far campare i partiti. Di fatto a riempire le casse delle forze politiche saranno sempre gli italiani tramite risorse sottratte al bilancio dello Stato”. Il discorso dei grillini si sofferma sui millesimi da destinarsi a partiti, fondazioni, Chiesa, enti ecclesiastici. Istituzioni ecc; senza espressa optione i partiti finiranno per pretendere una percentuale per i partiti come già avviene per la Chiesa (8 per mille), naturalmente se indicata e prescelta nella dichiarazione dei redditi.
Un’altra proposta presente nel ddl è oggetto di critiche e discussioni: sono previsti benefici fiscali solo a quei partiti che adotteranno un regolare statuto, garante di trasparenza e democrazia interna. All’orizzonte politico si annunciano proteste clamorose.