Dico la mia: “Il centro-sinistra al bivio. Si va ad Assemini o ad Iglesias?”
Ho fatto un sogno. Era una splendida giornata di giugno, eccezionalmente calda, rispetto al grigio raccapriccio del tempo di qualche giorno fa. Il sole picchiava duro sul piccolo pullman che portava la comitiva dei segretari regionali del Centro-Sinistra dal nord al sud della Sardegna, sulla Carlo Felice, strada “de mala sorte”, oggi ancora di più, considerati i lavori in corso, le deviazioni, le buche, le inevitabili code. Sarà un segno se, nel sogno, ci ritroviamo tutti insieme a viaggiare su questa strada. Qualcuno, forse, ci sta dicendo che lo sviluppo di un territorio non può prescindere da una rete stradale degna di questo nome. Prendo un appunto: “interventi concreti sulla viabilità regionale, urgente”. Al di là di queste considerazioni, l’argomento della comitiva è uno solo, risultati delle elezioni amministrative, riflessioni varie ed eventuali. Sul pullman ci sono tutti. Silvio, Giovannino, Michele, Salvatore, Gesuino, Enrico, Roberto, Federico, pare che anche l’autista sia del centro-sinistra, mi dice che un tempo votava il PCI e che ora si accontenta. Qualche buon tempone ci fa notare che è ora di fare delle scelte, che dobbiamo immediatamente attivarci per decidere quale prospettiva dare all’azione politica del centro-sinistra.
Il nodo è dove svoltare, si va ad Assemini o ad Iglesias? Come sappiamo, in Sardegna si è votato in 35 Comuni, tra questi solo uno è capoluogo di Provincia (Iglesias n.d.r) e solo un’altro ha più di 15 mila abitanti (Assemini n.d.r). Dal punto di vista dell’affluenza alle urne, la Sardegna va in parziale controtendenza alle elezioni comunali 2013 rispetto al risultato nazionale, vuoi per la percentuale di affluenza alle urne generalmente più alta della media, il 69,03% nella nostra Isola (comunque in calo del 5,6% rispetto alle scorse comunali, avevano diritto al voto 140 mila sardi, un decimo dell’intero elettorato), contro il 62,38% su base nazionale, e addirittura solo il 52% circa di Roma. I due Comuni più importanti hanno avuto bisogno del ballottaggio per decretare la vittoria di Emilio Gariazzo ad Iglesias per il centro-sinistra (battuto Eltrudis per il centro destra) e la vittoria di Mario Puddu (un ex di Rifondazione Comunista ora M5S, che ha battuto Casula del centro sinistra).
Già, Assemini e Iglesias! C’è una decisione da prendere: che fare? Dove andare? Così, su due piedi, Iglesias sembra la direzione più opportuna. Lì il neo sindaco non ha avuto bisogno di primarie per presentare la sua candidatura. La coalizione, all’unanimità, lo ha individuato come il candidato ottimale. La coalizione di centro-sinistra è stata da subito compatta, ha sostenuto con lealtà e passione il Sindaco e il programma condiviso, incentrato sulla necessità di una prospettiva alternativa per la città e per i suoi cittadini. Nonostante i disastri compiuti dalla destra locale in poco più di un anno di amministrazione, il risultato non era scontato. C’è voluto tanto lavoro, tanta dedizione, tanta voglia di alternativa e di riscatto. Gariazzo, in vantaggio al primo turno, diventa Sindaco al ballottaggio. Iglesias è liberata, il centro-sinistra governerà la città.
Discorso un po’ diverso ad Assemini, e non solo per il deludente risultato finale. Anche qui si arrivava da una disastrosa gestione della cosa pubblica da parte della destra locale. Per individuare il candidato Sindaco, il PD indice le primarie. In un clima avvelenato, prevale Luciano Casula, già Sindaco, un’uomo di esperienza, si direbbe. Il centro sinistra non è compatto. Alcuni partiti fanno scelte diverse. Si va comunque al ballottaggio, ma questa volta l’avversario non è la destra, ma un giovane (ex rifondazione comunista), Mario Puddu del M5S. Al primo turno, Casula del centro sinistra ottiene il 23,85% dei voti, Puddu il 21,18%, il centrodestra sfiora il 20%. Casula vs Puddu, quindi, e non sarà un incontro facile. Al ballottaggio Casula ottiene l’apparentamento di SEL, ma il risultato è sorprendente. Vittoria schiacciante per Mario Puddu che porta a casa il 68,21% delle preferenze contro un 31,79% del candidato Luciano Casula. Praticamente un disastro.
Nel pullman regna il silenzio. Questi numeri preoccupano. L’autista procede spedito, qualche buca lo rende nervoso, ma si va. La comitiva decide di fermarsi a Tramatza. Pare sia d’obbligo e poi questi ultimi numeri ci hanno fatto venire un po’ di mal di testa. Ci fermiamo. Nasce una discussione che frana sulla filosofia. Conveniamo che l’uomo, sì, è ciò che mangia, ma in fondo l’uomo è anche i sogni che si porta nel cuore. E di sogni noi ne abbiamo tanti. Però questi sogni devono diventare realtà, nell’interesse dei sardi. E la realtà può cominciare solo se uniamo le nostre forze nell’interesse della collettività. La sosta è propizia, illuminante oltre che rinfrescante. Risaliamo velocemente sul pullman. L’autista ci chiede, “dove desiderate andare?”. Ci guardiamo negli occhi, senza proferire una parola. Poi guardiamo l’autista. Lui arriva dal PCI, di unità se ne intende. Dice solo una parola: “Iglesias”. Noi, con un cenno del capo diciamo si. Presto arriveremo.