Il comune di Alghero e la lettera smarrita
Nel 9 settembre 1943 venne affondata al largo di Porto Torres la 'Corazzata Roma' assieme al comandante e alla squadra navale perirono 1253 marinai: cadeva quest'anno il 75° anniversario della tragedia.
Il 9 settembre del 1943 , al largo di Porto Torres , si consumò una tragedia per la Marina Militare Italiana. La corazzata Roma, abbandonata al suo destino e senza la protezione aerea dall’infame armistizio di Badoglio e del re , venne affondata con una bomba telecomandata lanciata da un velivolo tedesco. In quel terribile giorno morirono, così, oltre al comandante la squadra navale, amm. Bergamini, anche 1253 marinai, a cui si aggiunsero le centinaia di giovani che si trovavano a bordo delle navi Da Noli e Vivaldi, affondate, sempre dai tedeschi, nelle acque della Sardegna settentrionale . Il 9 settembre di quest’anno cadeva, quindi , il 75° anniversario di questa tragedia, che è stata degnamente celebrata a La Maddalena ed a Porto Torres ma che Alghero ha pressoché ignorato. Perché?
La nostra città avrebbe potuto, e dovuto, partecipare con maggiore solennità a quella celebrazione? Perché in quel tragico episodio perse la vita il secondo capo nocchiere Pasquale Saiu, algherese. Per la verità, i cittadini di Alghero scomparsi con quella nave furono due. Infatti al secondo capo Saiu si deve aggiungere Dante Scameroni, algherese di adozione. Bene, con una lettera del 7 luglio 2017, fate attenzione alle date, la Presidenza Nazionale della Associazione Nazionale Marinai d’Italia propose al Comune di Alghero di coinvolgere la nostra città in quelle celebrazioni e chiedeva di intitolare ai Marinai d’Italia uno spiazzo adiacente al porto.
E qui inizia la vicenda kafchiana che vi racconto. Infatti di quella lettera, regolarmente inviata, in comune si perse completamente ogni traccia. Così una sua copia fu nuovamente consegnata e protocollata il 7 febbraio del 2018. Si sperava che ci fosse il tempo sufficiente perché anche la pratica burocratica fosse svolta e si potesse arrivare alla celebrazione del 9 settembre senza ulteriori intralci, impicci e patemi d’animo. Invece no! Anche questa volta la lettera si smarrì negli oscuri meandri della burocrazia comunale e non arrivò ai destinatari , benché la sua copia fosse stata estesa, oltre che al sindaco, anche al vicesindaco ed al presidente della commissione toponomastica.
Perciò il 27 giugno del 2018 un’altra copia di questa benedetta lettera( la terza o la quarta, a seconda della interpretazione fornita dalle diverse scuole di pensiero) fu consegnata all’ufficio di gabinetto , comunicazione e staff del sindaco, che in data 2 luglio 2018 la inoltrò al presidente della commissione toponomastica. Quindi , dopo un anno, questa famosa commissione toponomastica fu, finalmente, investita in maniera ufficiale della questione. I tempi si erano, ovviamente, fatti molto stretti ma esisteva ancora ancora una pallida possibilità di effettuare degnamente la cerimonia del 9 settembre. Invece non ci fu niente da fare.
Anche questa speranza andò delusa. Infatti dalla commissione toponomastica arrivò a fine luglio la comunicazione, peraltro tramite una telefonata del tutto informale, che il luogo indicato dall’ANMI non poteva essere dedicato ai Marinai d’Italia. Piuttosto la suddetta ANMI avrebbe potuto presentare una nuova richiesta che la commissione si sarebbe affrettata ad esaminare. In altri termini , la pratica, che non si era riusciti a concludere in oltre un anno, si sarebbe dovuta iniziare nuovamente e concludere in un mesetto. Per di più nel mese di agosto, in cui , come è noto, tutti gli uffici lavorano in modo molto sonnolento.
Tutto ciò ha del pazzesco! Purtroppo la faccenda è finita nel nulla a causa di una lettera smarrita, e smarrita tre o quattro volte. E’ finita nel nulla, cioè per la pessima gestione della burocrazia comunale ed Alghero non ha potuto rendere un degno omaggio ai suoi caduti di quel dannato 9 settembre 1943. E si che una parte della storiografia nazionale indica in quella battaglia l’inizio della Resistenza. Ma c’è di più. Ad Alghero, se la faccenda fosse stata gestita con più serietà, sarebbe potuto intervenire il capo di stato Maggiore della Marina, od un suo sostituto di altissimo grado. Nelle nostre acque si sarebbe potuta ormeggiare per l’occasione una prestigiosa nave militare. Si parlava del cacciamine Alghero o della Bergamini. Di Alghero avrebbero parlato, ovviamente, televisioni e giornali. insomma, si sarebbe presentata una ottima occasione per offrire ancora una volta al pubblico nazionale un bella immagine della nostra città.
Purtroppo tutto ciò non si è verificato, malgrado che la nostra amministrazione comunale all’immagine ed all’apparire ci tenga fin troppo. Di fatto questa occasione è stata persa per colpa di una lettera smarrita troppe volte da una pietosa burocrazia e… temo , anche per il sostanziale disinteresse di chi dirige la politica comunale.