“Il fritto misto dell’ente Parco di Porto Conte”

L'opinione di Maria Antonietta Alivesi, ex Consigliera comunale ad Alghero

La storia dei fondi destinati a sostenere i pescatori interessati  dal fermo biologico nel golfo di Porto Conte per il periodo 2022-2023 è emblematica della disinvoltura, faciloneria e superficialità dell’ente Parco di Porto nell’utilizzare i finanziamenti ottenuti dalla Regione a tale scopo. Poiché la storia la  conoscono in pochi (i cosiddetti “addetti ai lavori”), vale la pena di raccontarla. Con l’articolo 1, comma 14 della legge Regionale 12 dicembre 2022, n. 22, (la legge “omnibus” per il 2022) la Regione ha autorizzato la spesa di 200.000 “per contrastare l’impatto negativo economico e sociale sulle attività della piccola pesca autorizzata ad operare nell’Area marina protetta di Capo Caccia – Isola Piana, causato dalle specifiche misure di interdizione disposte dal disciplinare attuativo per gli anni 2022 e 2023”. 

Tale finanziamento è stato assegnato all’ente Parco di Porto Conte, in qualità di gestore dell’area marina, “finalizzato alla erogazione di compensi a favore dei pescatori professionali e del personale imbarcato, coinvolti dal fermo di pesca, per lo svolgimento di attività di monitoraggio sugli effetti del fermo pesca, ripopolamento delle specie a rischio e recupero ambientale marino”. Il legislatore regionale ha vincolato l’utilizzo del finanziamento ad alcuni parametri-condizioni: il primo, che i  beneficiari fossero esclusivamente i pescatori professionali e i loro aiutanti coinvolti nel fermo biologico; il secondo, che oggetto dell’aiuto pubblico fosse l’attività di monitoraggio sugli effetti del blocco della pesca, del ripopolamento delle specie a rischio e del recupero ambientale marino.

Abbiamo avuto accesso ai documenti di spesa del finanziamento della Regione (autorizzati, ciascuno per la sua parte di competenza, dagli amministratori e dal direttore del Parco) e il primo dato eclatante emerso, rappresentativo della disinvoltura, faciloneria e superficialità degli stessi amministratori e del direttore del Parco, è stato questo: dei 196.280 euro utilizzati a favore dei pescatori per il monitoraggio del fermo biologico, solo 115.720 euro (il 59%) sono stati assegnati ai professionisti per lo scopo previsto dalla legge. Leggendo le carte, ci si è accorti che dei restanti 80.560 euro (il 41% del finanziamento), ben 30.000 euro sono stati destinati al personale dell’Ente Parco per il disbrigo delle incombenze burocratiche (15,28%), 20.000 euro per il personale di ruolo e 10.000 euro per quello interinale assunto allo scopo; 13.320 euro utilizzati per l’acquisto da alcuni dei pescatori del pesce da loro stessi pescato e utilizzato in alcune manifestazioni pubbliche organizzate da diversi enti privati e, dulcis in fundo, ben 50.550 euro (25,75%)  per spese o il sostegno finanziario dell’ente Parco per alcune manifestazioni delle seguenti  organizzazioni private. 

“Associazione di promozione sociale C.C.N. Fertilia città di fondazione”:  contributo di 25.000 euro per il patrocinio  della manifestazione denominata “Festa del Turista” del 5 e 6 agosto 2023, alla presenza dei pescatori interessati che “si occuperanno della fornitura della materia prima, acquisita in virtù di metodi di pesca sostenibili, e dello svolgimento di attività di educazione ambientale sul tema della tutela e sostenibilità della pesca e dei processi produttivi collegati”.

“Associazione Culturale T.E.S.A. Sardegna”, con sede in Alghero: contributo di 11.015 euro per l’evento in data 8 maggio 2024 presso Casa Gioiosa, sede dell’Azienda speciale Parco di Porto Conte, dedicato alla promozione della filiera ittica e del comparto produttivo della piccola pesca, con il coinvolgimento dei pescatori interessati, “i quali svolgeranno attività di educazione ambientale mediante racconti e narrazioni in tema di pesca tradizionale” e “coinvolti nella pulizia e trasformazione della materia prima dagli stessi fornita ed acquisita in virtù di metodi di pesca sostenibili”.

“Associazione Socio Culturale Sportiva Guardia Grande con sede in Alghero, Guardia Grande – S.M. La Palma: contributo di 3.000 euro  per la manifestazione “Lu Grugnoru – sagra mare e terra con i prodotti del territorio” del 26 maggio 2024.

“Associazione Culturale Beach Group”, organizzatrice dell’evento “Birralguer”: 3610 euro per , servizio di organizzazione evento e fornitura stand presso il festival “Birralguer” in data 27-28-29-30 giugno 2024 ad Alghero, per la promozione e divulgazione dell’attività svolte dall’Area Marina Protetta Capo Caccia e dai pescatori per il ripopolamento ittico, compresa la degustazione dei prodotti ittici.

Società Cooperativa ExplorAlghero Società: 7.930.000 euro per il servizio, nel contesto di “Birralguer” 2024  per il “servizio di promozione e divulgazione dell’attività svolte dall’Area Marina Protetta Capo Caccia – Isola Piana e dagli operatori professionali della pesca autorizzati ad operare in AMP nell’ambito del Piano operativo di monitoraggio, educazione ambientale, ripopolamento, recupero ambientale”.

Poiché il finanziamento regionale era “finalizzato alla erogazione di compensi a favore dei pescatori professionali … coinvolti dal fermo di pesca, per lo svolgimento di attività di monitoraggio sugli effetti del fermo pesca, ripopolamento delle specie a rischio e recupero ambientale marino”, dubitiamo fortemente che diverse delle spese non pertinenti al dettato della legge siano regolari. Gli eventi di cui sopra, pur nella loro validità commerciale o sociale, sostenuti finanziariamente o contrattualizzati dall’ente Parco, esulano infatti dalle finalità della legge regionale. Come paradossali appaiono le spese per l’acquisto del pescato da alcuni dei professionisti interessati dal fermo biologico, per essere utilizzato nel corso degli eventi di cui sopra. Un fritto misto inconcepibile in rapporto al fermo biologico di cui si vorrebbe illustrare l’efficacia. E poi, il “fritto misto” corrispondente a oltre 700 chili di pesce, è stato offerto agli avventori delle manifestazioni o gli stessi hanno pagato la degustazione? E se hanno pagato, il Parco può giustificare queste entrate?

 Incomprensibile appare, infine, l’utilizzo di personale interinale per l’attuazione della norma regionale (non era sufficiente il personale di ruolo?)  e l’autofinanziamento dell’ente Parco per 20.000 euro per le spese del personale di ruolo. Come già detto,  il 15,28% del finanziamento regionale è stato destinato al disbrigo delle incombenze burocratiche, altroché sostegno ai pescatori.

La legge regionale 12 dicembre 2022, n. 22 è chiamata “legge “omnibus” perché in essa si trovano le spese più variegate. Altrettanto ha fatto l’ente Parco con il suo programma di spesa “omnibus”, arrivando persino a finanziare sé stesso e, direttamente o indirettamente, manifestazioni o eventi vari.

Maria Antonietta Alivesi, 9 Ottobre 2024