Il pecorino romano vince la crisi
Il pecorino romano vince la crisi e cresce soprattutto nei mercati esteri. Nel 2013 sale il fatturato, il prezzo e l’export. I dati saranno riassunti in occasione del workshop organizzato dal Consorzio di tutela del pecorino romano dop al Forte Village di Santa Margherita di Pula da venerdì a domenica. Un incontro che metterà a confronto i produttori con i buyer in arrivo da tutta Europa. Gli ospiti arrivano già domani mentre i lavori di venerdì saranno aperti dal presidente del Consorzio di Tutela, Gianni Maoddi, che illustrerà qual è il mercato lattiero caseario del pecorino romano, parlerà delle produzioni a denominazione protetta e farà una panoramica sulle zone geografiche maggiormente interessate e le caratteristiche del prodotto. Seguirà un seminario sulle caratteristiche anche nutrizionali del pecorino romano, del latte ovino sardo, a cui parteciperanno tra gli altri il direttore dell’associazione regionale degli allevatori, Marino Contu, ed Enrico De Santis, del dipartimento medicina veterinaria dell’Università degli studi di Sassari.
La mattinata di sabato, invece, darà modo al Consorzio di promuovere il prodotto trai buyer. Di pomeriggio, invee, gli ospiti potranno visitare un caseificio consorziato pecorino romano dop e un allevamento. In un anno, nel 2012, il fatturato di questa produzione è cresciuto del 16,6%, passando dai 120 milioni dell’anno prima a 140 e con la previsione di raggiungere, nell’anno in corso, i 160 milioni di euro. A trainare l’ascesa è ancora una volta l’export (86 milioni previsti per il 2013, +50% sul 2011), con la crescita di nuovi mercati e l’aumento del prezzo medio (+10%), a fronte di una domanda interna stabile. Brasile, Russia e i paesi asiatici sono i nuovi mercati di riferimento che si aggiungono allo storica piazza americana, anch’essa in leggero rialzo. Bene anche la domanda europea, che contribuisce all’incremento complessivo dell’export del 15% (155 mila i quintali venduti nel mondo), portando una ventata di ossigeno a tutta la filiera, con ricadute positive sul prezzo del latte ovino che oggi si attesta sopra i 70 centesimi. Le buone notizie, infatti, riguardano anche il versate prezzi. Nella prima parte del 2013 è stato registrato un aumento del 5%, con il pecorino romano che all’ingrosso ha superato i 7 euro al chilo. Risultati che per Maoddi «premiano l’attività di uno dei formaggi bandiera del nostro made in Italy e sono frutto di una politica di costante monitoraggio delle giacenze da parte del Consorzio, e dialogo con i produttori».
Proprio l’incremento della quota dell’export rende necessaria, secondo Maoddi, un piano per sconfiggere la contraffazione che sottrae al mercato circa 300 milioni di euro l’anno. Per questo il Consorzio sta anche predisponendo un progetto pluriennale di registrazione a livello mondiale del marchio commerciale “Pecorino Romano” e un’azione di controllo costante in ambito internazionale sull’uso del marchio Pecorino o di denominazioni e prodotti simili.