«Il piano urbanistico comunale di Pula mette a rischio coste e beni archeologici»
Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inoltrato un atto di intervento con “osservazioni” nel procedimento di approvazione del P.U.C. e nel connesso procedimento di valutazione ambientale strategica
Il piano urbanistico comunale (P.U.C.) di Pula recentemente adottato pone seri rischi per la salvaguardia delle coste e dei beni archeologici della zona di Nora – Agumu. L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha, quindi, inoltrato (13 febbraio 2016) un atto di intervento con “osservazioni” nel procedimento di approvazione del P.U.C. e nel connesso procedimento di valutazione ambientale strategica (V.A.S.).
«Il nuovo P.U.C. è stato adottato con la deliberazione del Consiglio comunale n. 30 del 24 novembre 2015, modificando profondamente la precedente stesura adottata con deliberazione del Consiglio Comunale n. 15 del 7 giugno 2013, successivamente integrata dalla deliberazione C.C. n. 16 del 16 luglio 2013. Dovrà sostituire il vecchio programma di fabbricazione (P.d.F.) del 1989 e dovrà esser in adeguamento alle previsioni del piano paesaggistico regionale (P.P.R.). La procedura seguita dall’Amministrazione comunale di Pula per l’adozione del nuovo P.U.C. è stata piuttosto lunga e farraginosa, ma una costante è stata la scelta – assolutamente non condivisibile – di predisporre l’ennesimo porto turistico con la solita cementificazione della contigua costa» – scrive Stefano Deliperi.
In proposito, le “osservazioni” ecologiste sul merito delle scelte pianificatorie, in particolare riguardano l’individuazione dell’area litoranea di Agumu come zona omogena “G/F” per servizi generali e alberghieri e per la realizzazione di un porto turistico, in contrasto con norme di legge (legge regionale n. 23/1993), disciplina del P.P.R. e già irreversibilmente valutata dalla Direzione generale per i beni culturali e paesaggistici per la Sardegna (nota n. 1944 del 20 marzo 2007) e dalla Soprintendenza per i beni archeologici di Cagliari (nota n. 2799 del 20 aprile 2007 e n. 1756 del 9 marzo 2007) in contrasto con le esigenze di salvaguardia dell’area archeologica emersa e sommersa di Nora.
«La classificazione come altamente edificabile dell’area di Agumu (sede di un campeggio abusivo) contrasta, inoltre, con l’individuazione parziale quale zona “Hi4” (pericolosità molto elevata) sotto il profilo idrogeologico. Altra indicazione del P.U.C. adottato in palese contrasto con le disposizioni normative di tutela (legge regionale n. 23/1993) – continua il rappresentante di Gruppo d’intervento Giuridico – è la previsione di “valorizzazione ai fini turistici-ricreazionali” relativamente alla zona omogenea di salvaguardia costiera “H1” degli isolotti di S. Macario e Coltellazzo, nonché la conferma dell’edificabilità dell’area “Pineta Is Morus” (ex S.A.I.A. – Sant’Angelo Immobiliare Alberghiera s.p.a.), ormai non più tollerabile vista la presenza di oltre 150 unità immobiliari in completa assenza di fognature e impianto di depurazione, come stigmatizzato dalla sentenza T.A.R. Sardegna, sez. II, 23 ottobre 2013, n. 664, e della lottizzazione di Is Molas, ormai scaduta da decenni e prorogata illegittimamente più volte in contrasto con la giurisprudenza in tema».
L’istanza ecologista – indirizzata al Comune di Pula, alla Direzione generale regionale della Pianificazione territoriale e della Vigilanza edilizia, alla Provincia di Cagliari (Ufficio V.A.S.), alla Segretariato regionale del Ministero per i Beni e Attività Culturali e il Turismo, le Soprintendenze per il paesaggio e per i beni archeologici – chiede la modifica delle previsioni del P.U.C. adottato nel senso del rispetto della normativa ambientale e di corretta gestione del territorio.