“Il Sindaco di Alghero e il Decreto Sicurezza”

L'opinione di Vittorio Guillot

Sento dire che il sindaco di Alghero, accodandosi prontamente ai suoi colleghi di Palermo e Napoli, ha dichiarato che non applicherà il ”Decreto Sicurezza’ perché, secondo lui, sarebbe incostituzionale. Ma siamo matti? Spero che questa sia una bufala perché è incredibile che un sindaco che sbandiera ai quattro venti la sua democraticità ed il suo fiero antifascismo, tanto da pretendere persino una dichiarazione in tal senso da chi gli chiede di sistemare per qualche ora un banchetto in piazza, si ponga così clamorosamente contro quella Costituzione a cui ha giurato fedeltà! E già! Perché quel Decreto è diventato Legge dello Stato, regolarmente votata dal Parlamento, promulgata dal Presidente della Repubblica e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.  

E’ incredibile, infatti, che il nostro sindaco ignori, e sarebbe gravissimo se lo ignorasse, che, secondo la nostra Costituzione, la Suprema Corte è l’unico organo legittimato a dichiarare la incostituzionalità di una legge. Lui ed i suoi colleghi non hanno affatto un simile potere e sarebbe gravissimo che se lo arrogassero! La Consulta, però, non si è proprio pronunciata contro quella Legge.  Eppure gli strumenti giuridici per garantire la rispondenza delle leggi alle norme della Costituzione sono ben chiare e sono state ripetutamente applicate nel corso della vita della nostra Repubblica.  Queste norme sono stabilite dall’art.137 della Costituzione e, più dettagliatamente, dall’art.1 della legge costituzionale 9 febbraio 1948 n.1. Anche la procedura per arrivare alla applicazione di quelle disposizioni è assolutamente lineare e precisa. E’ sufficiente promuovere un procedimento di fronte ad un tribunale. Successivamente si può sollevare in via incidentale, sempre in tribunale, una questione di costituzionalità della norma impugnata, indicando le parti della Costituzione che si ritengono violate. Se il magistrato ritiene che vi siano fondati motivi di incostituzionalità, chiede alla Suprema Corte di pronunciarsi in merito.  Infine la Consulta esprime il suo inappellabile giudizio.  

Qui, cari signori, non si tratta di difendere o meno il Decreto Sicurezza di Salvini, che può piacere o non piacere, che può essere modificato e persino abrogato dal Parlamento, ma non disapplicato impunemente. Si faccia, piuttosto, una lotta politica, anche dura, ma nel rispetto delle Regole e non ci si abbandoni ad atti che sanno di pagliacciata. Questi qua, se sono in buona fede,  non si rendono neppure conto che se in una società democratica, quale loro stessi affermano che sia la nostra, salta il rispetto delle regole si scivola nella barbarie e la crisi del sistema non viene risolta ma viene resa più acuta. Se, invece, sono in mala fede, siamo di fronte a degli impostori , ma il sindaco di Alghero e gli altri sono degli uomini d’onore, non degli impostori. Qui, però,  è in ballo qualcosa di molto più importante. Qui è in ballo il rispetto della democrazia e della legalità repubblicana. Di quella Repubblica  ‘nata dalla resistenza’ , come ci viene ricordato ad ogni piè sospinto quando si vuole ‘nobilitare’ e ’santificare’  questa repubblica  e si pretende che debba essere data la massima obbedienza alla Costituzione ed alle leggi che sono in armonia con le loro ubbie, con le loro ideologie e con i loro interessi politici … e non solo politici .Viceversa, come è evidente in questo caso, se le leggi non fossero gradite a  certi politicanti ed al loro strano concetto di democrazia,  se ne potrebbe  fare impunemente carne di porco.    

Certo è che nessuno può sostituirsi alla Corte Costituzionale nel dichiarare la costituzionalità o meno di una legge, che va rispettata da chiunque ed  i sindaci non possono fare eccezione. Capisco l’ esigenza di mettersi comunque in mostra, soprattutto se si è sotto elezioni ed il bilancio dell’operato amministrativo lascia molto a desiderare. E’ anche ovvio che un politicante di mezza tacca cerchi di raccattare qualche voto persino ricorrendo a simili mezzucci ma  sono certo che il sindaco di Alghero non scenda a così bassi compromessi  e dia, piuttosto,  un concreto esempio di attaccamento ai valori ed alle regole poste dalla nostra Costituzione.  Tra l’altro, se fosse lui il primo a non rispettare quelle regole fondamentali,  come potrebbe pretendere il rispetto delle disposizioni che lui stesso emana?   Come potrebbe, cioè,  punire chi disobbedisce alle sue ordinanze e, per esempio, posteggia l’auto  in divieto di sosta o costruisce un palazzo senza la licenza edilizia? Non credete, cari lettori, che ogni cittadino avrebbe non una ma cento valide ragioni, dal proprio punto di vista, per disobbedire alle disposizioni del sindaco, né più né meno  come lui, secondo le sue…. sindacabili…. opinioni, ne avrebbe per disobbedire alle leggi della Repubblica?   E’ ovvio che se, col suo pratico comportamento, facesse strame delle leggi e delle competenze degli organi costituzionali, non sarebbe solo fuori della legalità ma addirittura fuori di testa. Ma il sindaco di Alghero e gli altri  sono persone avvedute e ciò mi fa sperare che agiscano, ora e sempre, nel rispetto di Leggi e Regole.

Vittorio Guillot, 7 Gennaio 2019