La crisi e gli sprechi di denaro pubblico della politica
Ci risiamo. I comuni cittadini, vale a dire gli elettori, coloro che col proprio voto eleggono a governare gli esponenti dei vari partiti, oggi come oggi valgono assai meno del due di picche. Forse che i nostri politici e i partiti che li sostengono si sono preoccupati di pubblicizzare che al 30 del mese corrente scadono i termini per la presentazione delle firme per il referendum abrogativo parziale sulla legge per le indennità parlamentari? Trattasi di un ulteriore referendum a fine più che nobile: il taglio degli stipendi della casta politica. La validità della iniziativa necessita di ben 500.000 firme.
Sarebbe importante che la diffusione di simili iniziative divenisse obbligatoria, cosa che invece i partiti sembrano interessati a tenerla sconosciuta agli elettori che sull’argomento si sono già espressi contro gli stipendi pagati al mondo della politica. Il termine di presentazione delle firme scade 30 luglio. Ci siamo recati all’Ufficio elettorale del comune per la firma a favore del referendum. Con grande sorpresa si è venuti a conoscenza delle grandi difficoltà in proposito: esiste davvero il referendum, ma … sorpresa delle sorprese, la proposta referendaria disponibile per le firme al momento in città non riguarda quello con cui si chiede l’abrogazione dell’articolo 2 della legge 1261 riguardante il taglio degli stipendi della casta politica.
A riguardo non esiste alcuna traccia di richiesta da parte di alcun Comitato Promotore visto che all’Ufficio di Alghero non è stata spedita la comunicazione per la raccolta delle firme. Solitamente il Comitato promotore non presta il fianco a simili incidenti di percorso, ma stavolta sembrerebbe aver trascurato le necessarie precauzioni perché tutto procedesse senza intoppi. Intanto va detto che persiste la carenza delle necessarie informazioni anche da parte del Comitato Promotore; a questo punto il dubbio che tale referendum sia stato boicottato appare concreto.
In molte città italiane la protesta ha messo a nudo l’impossibilità di firmare nei Comuni il referendum anti-casta, promosso da Unione popolare: l’ufficio elettorale ha ‘respinto’ chi intendeva firmare a causa della mancanza di moduli vidimati. Qualcuno ha gridato allo scandalo per il presunto intento di affossare l’iniziativa. Dagli uffici comunali è stato ribadito che non si tratta di una mancanza dell’amministrazione comunale ma dello stessocomitato promotore, l’unico titolato per legge a fornire i moduli per la raccolta delle firme. Per quanto ci riguarda, dagli uffici titolati alle firme per il referendum veniamo informati della possibilità di firmare per un altro tipo di referendum: i rimborsi elettorali per i partiti !