In tavola un Natale all’insegna dell’austerità
Si acquista solo il pane, la frutta e le verdure, maialetto e agnello acquistati direttamente dai pastori e pesce preso con largo anticipo. Così i sardi fanno fronte alla crisi
Il tradizionale maialetto o agnello sarà molto probabilmente nelle tavole dei sardi nella notte della vigilia o nel pranzo di Natale ma i banchetti festivi saranno all’insegna dell’austerità. Almeno secondo un’inchiesta pubblicata dall’Adnkronos, secondo la quale la spesa per preparare il cenone o il pranzo del 25 sarà molto bassa. Si acquista solo il pane, la frutta e le verdure. In tavola ci saranno certamente anche gamberoni e altri pesci, quasi tutto acquistato con largo anticipo in previsione dei rincari festivi. Diverse massaie ci hanno pensato addirittura a ottobre, acquistandoli a prezzi bassissimi, tra i 5 e i 6 euro al kg, per poi metterli in freezer.
Basse anche le prenotazioni per capodanno in ristoranti e agriturismo, dove i cenoni costano dai 50 ai 120 euro, con menù tradizionali: antipasti di terra e mare, due primi, maialetto e gamberoni arrosto, spesso con vino escluso, e brindisi finale. La stretta della crisi impone ai sardi di aspettare e festeggiare Natale e nuovo anno in casa, riuniti con parenti e amici. Insomma si festeggia, ma contenendo i prezzi, tagliando i costi dov’è possibile farlo.
Anche sulle bevande, con il cannonau e il carignano (1,50 euro al litro di media) che vanno per la maggiore, mentre come bianco si difende bene il vermentino. Per il brindisi le classiche bollicine di Sardegna, con in testa il Torbato Brut e il Pinot Chardonnay della Gallura. I sardi hanno cercato di risparmiare anche sui regali di Natale. Quelli per i più piccoli sono stati acquistati con largo anticipo, lontano dalle festività, con un risparmio sensibile del 15-20%.