Inaugurata a Sassari la nuova sede dell’Ats
Erano presenti Pigliaru, Arru e Ganau
È stata ufficialmente inaugurata questa mattina la nuova sede dell’Azienda per la tutela della Salute, nell’ ex Ospedale Civile, alla presenza del Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, del Presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, e delle Autorità civili, religiose e militari della città.
“Aver scelto questo complesso per la sede dell’Ats dopo il magnifico restauro che lo ha riconsegnato alla città e alla regione – ha detto il presidente Pigliaru – ha un valore fortemente simbolico: era un edificio cadente al quale un lungo e faticoso lavoro di smontaggio e rimontaggio ha restituito funzionalità e bellezza. Succede lo stesso quando si affrontano riforme profonde, come quella della sanità: ciò che abbiamo trovato, nonostante le tante eccellenze professionali, era un sistema insostenibile – ha sottolineato -, non in grado di garantire ai cittadini la necessaria qualità di servizi. Abbiamo avuto il coraggio di affrontarla, superando steccati storici e ripensando l’intero schema in modo unitario, per costruire una sanità più forte, efficace ed efficiente. Ciò pur nella consapevolezza della difficoltà e ben sapendo che per arrivare al risultato servono tempi lunghi, ma sarà nel corso di quest’anno che inizieremo a vedere i cambiamenti in positivo, sia per i cittadini che per chi nella sanità lavora. Nello stesso tempo – ha concluso Francesco Pigliaru – questa sede rappresenta sia il ruolo centrale che la Ats svolge in Sardegna, sia la grande opportunità, per Sassari, di governare quella parte così importante nella nostra vita che è la salute, una leadership che certamente saprà esercitare nel modo giusto. ”
L’ospedale, sorto nel 1843, rappresentò fin dall’inizio la volontà di dare a Sassari, oltre che una struttura sanitaria per quell’epoca modernissima, anche un edificio che desse lustro alla città dal punto di vista architettonico. Utilizzato per un ultimo reparto ospedaliero fino al 2007, è stato individuato dal Ministero dei Beni Culturali quale possibile sede della Biblioteca Universitaria, storicamente ospitata presso la sede centrale dell’Università di Sassari e dell’Archivio di Stato. Un accordo tra il MIBAC ed ASL Sassari ha consentito la riqualificazione del complesso monumentale, la cui opera di restauro è stata finanziata interamente dal Ministero.
“È importante che l’Ats abbia scelto questa sede – ha detto l’assessore della Sanità – e l’inaugurazione di oggi rappresenta un momento simbolico molto forte. L’Azienda unica ha ereditato problemi inveterati, disservizi, gare non fatte, una organizzazione del lavoro inesistente. E questo grazie a chi solo oggi si ricorda della salute dei Sardi, nella disperata ricerca di visibilità mediatica. Non ci nascondiamo coi cittadini, ci sono stati problemi, legati al passaggio da otto ad una Azienda, e di questo ci scusiamo. Ma stiamo anche cominciando a vedere i primi frutti delle riforme, a partire da quella della Rete, con i medici di Sassari che si spostano a supporto dei colleghi di Lanusei per portare assistenza ad un paziente con una patologia importante. Non passerà molto tempo e avremo un servizio di elisoccorso moderno e dedicato, cosi come sta prendendo forma la rete dei servizi sul territorio. L’ho ribadito anche alle organizzazioni sindacali: il personale va ringraziato per il lavoro che svolge, non sempre nelle migliori condizioni organizzative. Questo sarà l’anno delle stabilizzazioni in sanità, delle assunzioni e della rimozione totale del blocco del turn over”.
“Dopo un anno di duro lavoro possiamo dire che l’ATS non è più la semplice somma delle 8 precedenti Asl, bensì un’azienda unica che proprio in questi giorni ha deliberato la nuova dotazione organica fatta da circa 16.000 dipendenti: quasi duemila in più degli attuali dipendenti a tempo indeterminato. Ciò vuol dire che nel corso del 2018 centinaia di precari potranno essere stabilizzati e tanti giovani medici, infermieri, professionisti sanitari e tecnici potranno essere assunti in pianta stabile (complessivamente tra le 600 e le 800 unità). Un’operazione – sottolinea il direttore generale dell’Ats Fulvio Moirano – che oltre a mettere fine ad una precarizzazione che durava ormai da troppi anni, metterà a disposizione le risorse umane necessarie per un deciso miglioramento delle prestazioni, con particolare attenzione alla riduzione dei tempi di attesa per tutti i cittadini della Sardegna”.