Inaugurato 451° Anno accademico dell’Università di Sassari
Si è aperto all’insegna della meritocrazia il 451° Anno accademico dell’Università di Sassari. Nel suo discorso, il Rettore Attilio Mastino ha preso le mosse dall’opera di Luciano di Samosata per descrivere con ironia il fermento suscitato nella popolazione accademica dalla Grande Rinforna voluta dalla Gelmini (la legge 240 dell’anno scorso): una normativa che si collega ai pilastri della valutazione, della produttività aziendale, della competizione, del risultato e della meritocrazia. Tutti valori da rispettare, ma che rischiano di diventare un boomerang, se ” la Riforma non sarà una moda passeggera abbandonata quando cambierà il vento, ma un’occasione di modernizzazione e innovazione, partendo dalla necessità di pesare le differenze e anche gli specifici svantaggi che esistono tra le aree del paese, tra i territori, tra le discipline, tra i ceti sociali, tra i giovani, consolidando i punti di forza ma anche eliminando i punti deboli di partenza”.
Il Rettore, nel tracciare il bilancio di mandato 2009-2012, ha sottolineato i progressi fatti dall’Università di Sassari, che nella classifica Censis-Repubblica dei 17 medi atenei si posiziona al 4° posto dopo Siena, Trento e Trieste, e al 6° posto nella graduatoria nazionale dei 57 atenei italiani: “Il buon risultato è stato ottenuto grazie ad una valutazione positiva dei servizi erogati, delle strutture, delle somme spese per le borse di studio, del sito web di ateneo, dell’internazionalizzazione”.
Nel deserto industriale ed economico in cui la Sardegna rischia di trasformarsi, e pur tra tutti i sacrifici imposti dalla spending review e dal taglio imponente del Fondo di finanziamento ordinario (da 82 a 72 milioni dell’ultimo triennio), non diminuisce la responsabilità dell’Università che non è una “monade autoreferenziale”, bensì è “il valore aggiunto di un territorio che ha assoluta necessità di svilupparsi, un interlocutore fondamentale per le istituzioni che vogliano avviare nuovi percorsi di crescita, per l’economia e la piena occupazione in nuove filiere, sulla base di nuovi modelli di sviluppo”. Su questa nuova frontiera la responsabilità dell’Università finisce per essere determinante; non può essere solo valore aggiunto, ma deve proporsi come motore di innovazione e modernizzazione, a condizione che si persegua l’obiettivo di premiare non l’appartenenza ma la competenza. Il nuovo Statuto dell’Autonomia impone obiettivi alti, dichiara la conoscenza come bene comune, promuove il confronto delle idee e la diffusione dei risultati scientifici anche allo scopo di contribuire al progresso culturale, civile, sociale ed economico e allo sviluppo sostenibile del territorio. Rientra in quest’ottica l’accordo federativo con l’Università di Cagliari, e anche la convenzione triennale 2012-14 tra con la Regione Sardegna, firmata il 25 luglio dagli Assessori regionali alla Programmazione Giorgio La Spisa e alla Pubblica Istruzione Sergio Milia. Un documento che “fissa il quadro di obiettivi comuni in attuazione della legge regionale 26, mobilitando già per il 2011 un finanziamento per i due Atenei superiore ai 25 milioni di euro, una vera e propria boccata di ossigeno di cui siamo grati”.
“Gli studenti sono ripartiti nei 52 corsi di studio, 28 triennali, 18 magistrali, 6 a ciclo unico, con un salutare calo di dieci corsi nell’ultimo triennio. – ha proseguito Attilio Mastino – Si auspica una ulteriore riduzione dell’offerta formativa per il prossimo futuro, in rapporto alla contrazione degli organici. Si riduce positivamente soprattutto il numero dei fuori corso, passati da 6961 a 5566, mentre il numero degli immatricolati è stabile sulle 2124 unità. Gli iscritti alle scuole di specializzazione sono 730, di cui 438 ai 58 corsi di area medica. Le 11 scuole di dottorato profondamente riformate hanno 402 iscritti, 257 dei quali con borsa e 131 immatricolati. I master aumentano di numero grazie all’impegno dell’Assessorato regionale al lavoro e al momento arrivano a 3 corsi per 55 immatricolati, ma sono in rapida crescita”.
Dopo il Rettore, ha preso la parola il presidente del Consiglio degli studenti, Gabriele Casu, che ha sottolineato il ruolo attivo degli studenti nella collaborazione, con il Comune di Sassari e l’Atp, all’interno di “Unicittà”: un progetto che fornirà “un contributo decisivo allo sviluppo urbano e alla crescita dell’intero territorio, fornirà occasioni di lavoro temporaneo agli studenti e migliorerà i processi di accoglienza “. Grazia Toccu, rappresentante del personale tecnico-amministrativo in Consiglio di amministrazione, ha affrontato anche il tema sanità a partire dall’approvazione dell’atto aziendale dell’ Azienda ospedaliero-universitaria Sassari, “che dovrà non solo realizzare una integrazione sinergica tra le due istituzioni per la produzione di una assistenza di eccellenza ma dovrà portare a conclusione l’annosa vicenda del personale”.
Marco Calaresu, rappresentante dell’Associazione dei Dottorandi e Dottori di ricerca italiani – Sassari, nel suo intervento ha presentato una proposta di riforma della figura del dottorando: ” Ad esso va riconosciuta la qualifica e la dignità del “professionista in formazione”, con il suo importante contribuito all’avanzamento della ricerca, così come previsto dalla Carta europea dei ricercatori, adottata all’unanimità dai Magnifici rettori delle Università italiane, in data 7 luglio 2005. Affinché questo avvenga, la nostra proposta mira alla trasformazione del Dottorato di ricerca in un “contratto a causa mista”.
A seguire, ha preso la parola Jordi Montana, Presidente della rete delle Università catalane (la Xarxa Vives d’Universitats) e Rettore della Università di Vic, che ha auspicato una collaborazione sempre più stretta tra le università d’Europa. L’Università di Vic è una giovane università catalana molto attiva e prestigiosa.
Marc Mayer, professore all’Università di Barcellona e consigliere d’amministrazione dell’Università, ha tenuto una lezione sulla “Sardegna nel mondo catalano”, ricordando in parallelo la storia della Catalogna e dell’isola, riscoperta negli ultimi decenni grazie al contributo della scuola di Alberto Boscolo. Da allora non sono mai cessati gli sforzi per rinsaldare i legami tra le due culture, ricche di elementi in comune.
Infine Andrea Cereatti, Ricercatore di Bioingegneria, ha pronunciato una prolusione intitolata “Sensori indossabili e modelli biomeccanici applicati al movimento umano”, con la
quale l’Università di Sassari ha voluto sottolineare l’impegno di promuovere uno sviluppo nel settore delle tecnologie.
Spazio anche al coro dell’Università, diretto da Daniele Manca, e a un’allocuzione del Pontefice Massimo Cannonau I Cionfraiolo Christian Sanna dell’Associazione Goliardica Turritana. In chiusura, il Prorettore Vicario Laura Manca ha scoperto la targa che in linguaggio ciceroniano ricorda i 450 anni dell’Ateneo e la visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Rettore ha anche mostrato ai presenti i nomi dei benefattori dell’Università di Sassari, aggiunti in un’altra targa che non veniva aggiornata dal 1987. Anche quest’anno la cerimonia d’inaugurazione è stata trasmessa in diretta streaming sul sito web dell’Ateneo.