Intervista a Gianfranco Zola: ambasciatore della Sardegna?

Solo chi ha vissuto fuori dall’Italia può capire realmente il valore che Gianfranco Zola ha avuto e ancora oggi ha all’estero per la promozione della Sardegna. Ricordo che nel lontano 1990, durante la mia prima visita in Inghilterra, al mio dichiararmi Italiano/Sardo gli interlocutori rispondevano nominando “Schillaci”: erano infatti gli anni dei mondiali di calcio in Italia e Schillaci in quel mondiale si era rivelato al mondo segnando sei goals durante la manifestazione calcistica.

Nel 1997 invece, quando decisi di trasferirmi definitivamente in terra Anglosassone, alla mia stessa affermazione quei pochi Inglesi che non mi parlavano di mafia pensando che la Sardegna fosse la Sicilia mi osannavano dicendo: “Sardinian? Like Gianfranco Zola” (Sardo? Come Gianfranco Zola): così cominciai a rendermi conto che qualcosa per noi Sardi, grazie a Gianfranco Zola, stava definitivamente cambiando.

Quello che mi inorgogliva di più era però il fatto che se per Schillaci la conversazione era rigorosamente basata sul pianeta calcio, per Zola lo scambio di vedute coinvolgeva sempre le sue doti umane, come se le comunque sopraffini doti balistiche fossero si importanti ma non essenziali per un uomo come lui: tutti infatti, indipendentemente dalla propria squadra del cuore, tendevano a sottolineare la bontà dell’uomo, la serietà e umanità del nostro conterraneo: devo essere sincero, sentire tanti commenti positivi mi emozionava perché rivedevo in questi me stesso: anche io ero infatti emigrato in terra straniera e avevo una missione nel mio piccolo, la missione che ogni Sardo si porta dietro quando lascia la sua terra, la missione di far sapere al mondo che il “Sardo” è una persona seria, onesta, lavoratrice, insomma, una persona dai sani principi. E Zola in quel momento, con il suo comportamento ineccepibile, non stava rappresentando solo se stesso ma tutti noi. E vi posso garantire che stavamo facendo, tutti, un gran figurone.

Prova di questo è il riconoscimento che la Regina decise di conferirgli nel 2004 il riconoscimento di “Membro onorario dell’ordine dell’impero britannico”, che viene assegnato solo ai veri “Gentleman” (gentiluomini). Praticamente rappresenta il più alto riconoscimento che un cittadino straniero può ricevere dalla Monarchia Inglese. Riconoscimento che acquista maggior valore se si leggono le motivazioni per cui è stato assegnato: “Un eccellente ambasciatore del calcio, modello ideale per giovani tifosi. La passione che naturalmente ha per questo sport è unita a una determinazione a sostenere i più alti standard di comportamento”.

Incontrarlo poi mi ha permesso di capire quanto questa onorificenza non potesse avere motivazioni più corrette. Tramite l’ufficio stampa avevo un appuntamento al Campo di allenamento del Watford: avere un appuntamento con Gianfranco Zola non era stato facile perché erroneamente avevo citato nella mia mail che il colloquio sarebbe stato mirato sul Turismo e non sul Calcio e che era nostra intenzione sponsorizzare Zola per un ruolo come ambasciatore di Alghero e della Sardegna tutta. L’addetto stampa della formazione Inglese al telefono, stupito, mi aveva detto che avrebbe dovuto parlargli perché non era sicuro che Zola sarebbe stato d’accordo. Dopo circa un’ora ricevetti una conferma scritta per l’incontro.

Una volta arrivato nell’ufficio stampa mi comunicarono che sarei stato il terzo dei giornalisti a poterlo intervistare, faccia a faccia. Mentre attendevo il mio turno notavo che Zola mi guardava, così come me, che quasi ininterrottamente e molto nervosamente, guardavo lui. Alla fine della prima intervista, nonostante l’addetto stampa lo accompagnasse verso il secondo giornalista, Gianfranco cambiò direzione e mi venne incontro salutandomi in Italiano e chiedendomi scusa per l’attesa: un gesto da Gentiluomo.

Finita la seconda intervista mi venne incontro e prima che io dicessi anche un sola parola mi chiese da quale parte della Sardegna venissi: spiegai che arrivavo da Alghero, che il mio viaggio aveva il fine di incontrarlo in via ufficiosa e che rappresentavo un gruppo di persone che vedeva in lui la persona ideale per rappresentare la nostra città/regione a livello internazionale: mi ringraziò per il pensiero.

INTERVISTA:
Gianfranco Zola, quando le chiedono di dov’è risponde Sardinian (Sardo) o Italian (Italiano)?
“Sono Italiano, però l’orgoglio di essere Sardo rimane sempre forte. Sono orgoglioso di essere cresciuto in una regione come la Sardegna e ho sempre attribuito grande valore al fatto che nella mia carriera i momenti difficili li ho superati anche grazie all’educazione e alla forza che la mia terra mi ha dato”.

Agli inizi qui in Inghilterra (Anno 1997 n.d.r.) quando diceva “Italian from Sardinia” (Sardo) doveva spiegare dov’era la Sardegna oppure tutti conoscevano la nostra isola?
“No, la confondevano spesso con la Sicilia, io dicevo “I come from Sardinia” (Vengo dalla Sardegna) e loro rispondevano “Ah, Palermo”. Dovevo dunque spiegare qual era la differenza. Però diciamo che di questi tempi la Sardegna è conosciuta di più perché abbiamo avuto personaggi importanti ma anche perché ci siamo fatti apprezzare per altre iniziative”.

Vorrei aggiungere che tra i personaggi importanti che hanno aiutato a divulgare il nome della nostra regione c’è lei che ha fatto sì che qui in Inghilterra il nome della Sardegna fosse riconosciuto.
“Io la ringrazio per questo. Ci sono stati anche altri personaggi come Frank Dettori che comunque hanno fatto parlar bene della Sardegna”.

Vi conoscete?
“Sì ci conosciamo, ci siamo visti in qualche occasione”.

Per qualche cena a base di prodotti tipici Sardi, magari il maialino arrosto visto che qui in Inghilterra non è molto conosciuto?
“Ma quello quando si può lo si fa”.

Le capita di parlare delle nostre tradizioni o quando si parla della Sardegna si parla solo di mare: che tipo di conoscenza hanno i suoi interlocutori della Sardegna?
“No, è chiaro che soprattutto qui in Inghilterra il mare e le nostre coste sono conosciute e rinomate, però ci sono sempre più persone che apprezzano anche altre cose della nostra regione: la cucina, i nostri vini, che sono apprezzati moltissimo; inoltre ci sono anche persone che incominciano ad apprezzare l’interno della Sardegna: a me è capitato spesso e volentieri di andare in Sardegna con degli amici e siamo andati a fare delle escursioni nel centro, a Oliena, nel Supramonte e tutti ne sono rimasti incantati per la bellezza”.

Sappiamo che due anni fa è stato invitato dall’organizzazione del World Travel Market (Fiera Internazionale del Turismo di Londra tra le più importanti al mondo n.d.r.) come Uomo Immagine. Inoltre girovagando tra i vari Stand della Fiera abbiamo riscontrato la presenza di varie personalità sportive altamente riconosciute invitate dai vari paesi d’origine per aiutare a pubblicizzare la propria nazione grazie alla loro fama: perché secondo lei la Sardegna non cerca un volto noto a livello internazionale come quello di Gianfranco Zola per la propria promozione?
“Ma guardi, io non voglio entrare in polemica; mi è capitato in passato di fare delle cose per la Sardegna ed è sempre stato un piacere per me farlo. In quell’occasione io e altri giocatori stavamo promuovendo un torneo di calcio ai Caraibi, alle Bermuda come Football Legend (Leggende del Calcio) e siccome sapevo della presenza dello stand dell’Italia e della Sardegna andai a salutare: quello era il motivo per cui mi trovavo là, però non è un problema. L’importante è che si parli della Sardegna e che la Sardegna sia presente nella mente di quelli che vogliono visitare e vogliono andare in vacanza: questo penso sia la cosa importante, che poi sia io o qualche altro personaggio, perché ci sono sicuramente altri personaggi che possono fare e portare avanti lo stesso discorso, io sono solo contento. Credo che la nostra terra abbia bisogno del turismo e di conseguenza bisogna fare tutto il possibile per poter dare l’opportunità alla gente di conoscerla”.

Noi stiamo proponendo il suo nome perché ci farebbe piacere se lei dovesse diventare l’ambasciatore della Sardegna all’estero. A livello locale ci sono altri papabili ma noi pensiamo che Gianfranco Zola, tra questi, sia l’unico ampiamente riconosciuto a livello internazionale.
“Io vi ringrazio. Da parte mia comunque, ogni qual volta ne ho la possibilità, sia col passa parola o attraverso inviti ai miei amici, la mia promozione personale per la Sardegna la faccio a prescindere: è una cosa che faccio con estremo piacere anche perché penso che la Sardegna rimanga uno dei paradisi più belli d’Europa, ma anche del mondo”.

Gianfranco Zola la ringrazio: le ho rubato dieci minuti del suo tempo ma, da Sardo, le posso garantire che per me è stato un grandissimo onore averla incontrata. Grazie.

Durante il colloquio era chiaro l’orgoglio di quest’uomo nell’essere Sardo, era chiara la voglia di voler parlare della Sardegna e di far sapere al mondo cos’è la nostra terra, ma soprattutto era quasi imbarazzante la semplicità e l’umiltà con cui continuava a sottolineare, ogni qual volta io lo ringraziassi per quello che aveva fatto per la nostra regione, che il merito era anche di tanti altri. Dopo averlo salutato ho ripreso il mio taxi direzione Londra ed ho incominciato a pensare, a pensare come la Regina d’Inghilterra non avesse potuto assegnare Onorificenza a persona più giusta, come la stessa abbia avuto l’intelligenza di rendere una persona amata da tutti “Ambasciatore del Regno Britannico”. Questo è il motivo per cui penso che Gianfranco Zola, da Sardo innamorato della propria terra, sia la persona giusta per ricoprire il ruolo di ambasciatore della nostra isola perché, come per gli Inglesi, anche per i Sardi, i veri Sardi, l’essere un “Gentiluomo” è un grande pregio. A meno che la nuova generazione non abbia perso la memoria, e magari, per una poltrona da presidente di un parco o la presidenza di una partecipata da spartire con i propri amici, anche la dignità. Aiò, sarebbe ora di svegliarci!

Graziano Porcu ha una venticinquennale esperienza nel settore “Turistico” acquisita in giro per il mondo e collaborando con alcune delle strutture ricettive piu’ rinomate tra cui l’Hotel Cala di Volpe e l’Hotel Romazzino. A soli 29 anni viene promosso direttore d’Albergo. Grazie a continui studi, corsi di formazione uniti all’esperienza accumulata negli anni con le piu’ importanti aziende del settore Turistico Alberghiero si specializza nel “Destination Management” e fonda un suo “Tour Operator” e una societa’ di “Consulenza Turistica” che si occupa, attraverso l’analisi del territorio, della promozione di Localita’ Turistiche a livello nazionale ed internazionale e del rilancio delle stesse. http://www.gphotelconsulting.com/

28 Febbraio 2013