“Isolamento internazionale della Sardegna”
L’11 settembre in Catalogna è il giorno della Diada in cui si commemora la caduta di Barcellona nelle mani delle truppe borboniche di Filippo V durante la Guerra di Successione Spagnola. Inoltre, si commemora la conseguente abolizione delle istituzioni catalane come la Generalitat de Catalunya. Negli ultimi anni da semplice rievocazione storica, l’evento si è sempre più connotato di significati politici e decisamente volti ad affermare il crescente sentimento di indipendenza del popolo catalano. Quest’anno la manifestazione è stata ancora più eclatante perché 450.000 persone hanno dato vita ad una catena umana di ben 400 km che lungo i confini amministrativi della Generalitat. A Barcellona ha avuto luogo un’imponente manifestazione con oltre 2 milioni di persone, di tutte le età che si sono riversate per le strade della città al grido di “noi non siamo una regione spagnola, noi non vogliamo essere un paese occupato, noi vogliamo essere liberi e vogliamo l’indipendenza”
Anche quest’anno, una delegazione iRS – indipendèntzia Repùbrica de Sardigna è stata invitata ufficialmente insieme alle delegazioni internazionali. Gavino Sale, presidente di iRS ha tenuto due interventi pubblici; il primo, la mattina al “Acte de la commissiò indipendentista” al Fossar de le Moreres organizzato da Estat Català (il partito indipendentista storico fondato nel 1922) e il secondo intervento nel pomeriggio in un palco predisposto in Piazza Arc de Triomf dove erano presenti anche i deputati dei partiti indipendentisti provenienti da Scozia, Fiandre e Paesi Baschi. Nel suo discorso, il presidente di iRS , oltre a portare i saluti del Popolo Sardo, ha rimarcato la situazione di “isolamento internazionale” della Sardegna, che grazie allo stato italiano si trova nell’impossibilità di eleggere i suoi rappresentanti nel Parlamento Europeo. Gavino Sale ha inoltre esposto la questione della “vertenza entrate”, in merito al debito dei 10 miliardi di euro che lo Stato Italiano ha nei confronti dei Sardi.
La seconda parte dell’intervento ha posto l’attenzione sui processi oggi in atto in Catalogna e in Scozia e che stanno coinvolgendo anche tutti gli altri popoli delle nazioni senza stato d’Europa. Il Governo del Regno Unito, presieduto da Cameron ha già dato il proprio consenso affinché la Scozia nel 2014 si pronunci per l’indipendenza attraverso un referendum. Questo è un grande esempio di democrazia per l’Europa, dove il popolo è chiamato a decidere in merito alla creazione di un nuovo stato. Anche in Catalogna, il processo verso il raggiungimento della piena indipendenza dalla Spagna sembra essere irreversibile, tanto che i sondaggi dicono che circa l’80% dei catalani vogliono la consultazione popolare e circa il 52% sarebbero favorevoli alla nascita del nuovo Estat de Catalunya all’interno dell’Unione Europea. Al momento il Governo di Madrid sembra non lasciare alcun margine di concessione ma le pressioni provenienti da Barcellona sono ogni anno sempre più forti ed è ormai certo che dopo la Scozia, nel breve periodo, anche la Catalunya si aggiungerà al novero degli stati della Comunità Europea.
“Il processo Catalano è l’esempio di un popolo che ha deciso di non chiedere niente a nessuno”, come ha rimarcato Uriel Bertran, deputato di Soidaritat Catalana per la independència nell’ultima legislatura. “..la libertà non si chiede, la libertà si prende. Oggi il popolo Catalano è pronto a decidere e i cittadini che vogliono l’indipendenza sono la maggioranza.”. L’11 Settembre 2013 è stata una giornata che ha portato la Catalogna nella ribalta internazionale. La sovranità appartiene ai cittadini e il Popolo Catalano vuole decidere da sé il cammino da compiere, e sta portando un grande esempio di libertà al il mondo intero.