«Isoliamo gli estremisti e siamo messaggeri di pace»

Il primo cittadino sassarese interviene in consiglio comunale sugli attentati di Parigi e partecipa alla fiaccola organizzata da Amnesty international.

«Occorre essere messaggeri di pace, questa è stata la strada che in questi 70 anni è stata seguita in Europa e questa consente di garantire la pace nel mondo». Così il sindaco di Sassari Nicola Sanna è intervenuto prima in consiglio comunale, dove è stato osservato un minuto di silenzio per le vittime degli attentati terroristici di Parigi dei giorni scorsi, quindi in piazza d’Italia, dove si è svolta la fiaccolata organizzata da Amnesty international. «Esprimo il cordoglio non solo del consiglio ma – ha detto il primo cittadino – anche di tutti i sassaresi democratici impegnati per la pace nel mondo. Quello che è successo a Parigi aveva l’obiettivo di costruire un sistema di terrore e paura, di minare le fondamenta costruite dagli europei in questi 70 anni di pace»

«L’Europa non è mai stata un continente di pace. Sono state le generazioni degli ultimi 70 anni – ha proseguito il sindaco – a creare un crogiolo di etnie e religioni diverse. Il nostro Continente nei secoli è stato diviso da tradizioni oltre che da guerre religiose. Gli ultimi 70 anni dimostrano la capacità degli europei di essere costruttori di pace e di saperla “esportare” e praticare anche con le differenze ideologiche più dure, come quelle che dopo la seconda guerra mondiale ci hanno portato alla Guerra fredda».

«L’Europa – ha detto ancora Nicola Sanna – ha fondato i suoi principi sul rispetto reciproco e delle diversità di razza, colore e religione. Chi attenta alla vita dei cittadini indifesi che vivono democraticamente deve essere consapevole che questo che è stato costruito in Europa è il migliore antidoto a tutti gli estremismi e a chi vuole continuare a seminare odio e paura. Per il sindaco questo lungo cammino di riconoscimento dell’uno nell’altro, della capacità di restare distinti e al contempo solidali si ritrova nel messaggio degli studenti universitari dell’Erasmus che – ha detto – sono l’esempio concreto di come si possa essere cittadini europei. Chi ha colpito Parigi vuole colpire questo esempio concreto. Non dobbiamo farci assalire da questo terrore».

«Dobbiamo dire no alla guerra con i bombardamenti – ha proseguito – mentre quello che serve è una guerra per isolare gli estremisti dal resto dei popoli. Perché dobbiamo guardare alla ricchezza delle culture che anche nella nostra Isola si sono sovrapposte. Ecco allora che questa grande esperienza dell’Unione Europea e la sua capacità di dialogare sono la più grande forza per combattere il terrorismo. Occorre approntare maggiori sistemi di sicurezza. L’Europa – ha concluso il sindaco in piazza d’Italia – deve essere capace di specializzarsi per creare un ordine condiviso e per la capacità di emarginare i violenti. Non ci serve bombardare. Adesso stringiamoci attorno a chi ha subito questo grande dolore e per chi è morto per questi valori dell’Europa democratica».

18 Novembre 2015