Israele ha torturato, violentato e arrestato migliaia di bambini palestinesi
Il consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha accusato lo stato di israele di aver ripetutamente abusato contro i bambini palestinesi con torture, isolamento carcerario, minacce di morte e violenze sessuali. Nel dossier, pubblicato il 20 giugno scorso, il grupo Onu ha espresso “profonda preoccupazione circa i maltrattamenti e le torture ai bambini palestinesi arrestati, processati e detenuti da parte della polizia e dei militari israeliani”. I metodi delle forze dell’ordine sono stati particolarmente duri: i bambini sono stati arrestati a seguito di incursioni notturne, dopo essere stati bendati e ammanettati molto dolorosamente. E’ capitato spesso che venissero trasferiti nei centri di detenzione senza nessun avviso ai genitori. Ricordiamo che si parla di minori, spesso di bambini non ancora adolescenti.
Il dossier spiega come i bambini palestinesi siano stati sottoposti sistematicamente ad abusi fisici e verbali. Sovente si è ricorso alla violenza sessuale, per non parlare delle pressioni psicologiche subite dai minori: minacce di morte a se stessi e ai membri della famiglia. Ma sono stati utilizzati anche metodi assai più subdoli, come la mancanza di cibo e acqua e la limitazione dell’utilizzo dei servizi igienici. “Metoni – spiega l’Onu – perpetrati dal momento stesso dell’arresto, passando per la fase del trasferimento e gli interrogatori. Lo scopo è quello di ottenere una confessione, anche in maniera del tutto arbitraria. Ad ammetterlo sono stati diversi soldati israeliani”.
Ma oltre a focalizzare l’attenzione sui metodi repressivi utilizzati da Israele, il rapporto dell’Onu mette in luce l’enorme numero di bambini palestinesi fermati e poi detenuti nelle carceri israeliane: sarebbero circa 7mila, prevalentemente di età compresa tra i 12 e i 17 anni, ma talvolta anche di 9 anni. Dal 2002, la media è di due minori arrestati ogni giorno. La maggior parte di loro vengono fermati con l’accusa di aver lanciato pietre ai blindati dell’esercito israeliano o ai coloni. Il lancio di pietre può portare a una condanna massima di 20 anni di reclusione. Solo nell’ultimo mesi di aprile ben 236 erano i minori nei centri di detenzione militari. Per decine di loro l’età era compresa tra i 12 e i 15 anni.
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