La bestemmia
L’estate scorsa, mentre si celebrava una messa all’aperto, proprio nel momento dell’Elevazione, un giovane che passava in bicicletta lì vicino, urlò una bestemmia e si dileguò velocemente. Certo, ognuno è libero di credere o non credere, di manifestare le sue opinioni e, magari, di criticare i preti e la Religione. E’ un fatto che riguarda la propria coscienza. Ma in un Paese civile nessuno può arrogarsi l’arbitrio di offendere i sentimenti religiosi degli altri, soprattutto se tra costoro ci sono persone anziane e sofferenti che, più di tutti, ripongono nella Fede la loro consolazione e la loro speranza. Persone che hanno un “vissuto” di tutto rispetto e che hanno saputo affrontare con dignità tanti problemi dell’esistenza, tante responsabilità, tanti sacrifici e che, per fare il proprio dovere, hanno persino rischiato la vita. Dato che non mi hanno incaricato di parlare a loro nome, non posso sapere quali siano le loro opinioni né quale sia, per loro, il bene ed il male. Perciò non mi arrogo il compito di essere la voce di chi non ha voce o non vuole tirarla fuori! Io esprimo solo ciò che sento e spero che sia condiviso da qualcuno. Ritengo, così, che la spavalderia a buon mercato di quel ragazzotto si sia ridotta a una vigliaccata verso i più deboli e lui, che non è stato neppure capace di far vedere il suo viso, ha mostrato di essere tanto meschino da far pena. Dubito, in ogni modo, che quel vigliacchetto sappia vergognarsi della sua infamia e forse, data la sua giovane età, soffre di una deficiente capacità di intendere e volere. Perciò non resta che ripetere le parole di Cristo:” Padre, perdonalo perché non sa quel che fa!”… Quel che fa contro Dio, contro gli altri, contro la sua stessa dignità…