La Biennale del Teatro di Produzione in Sardegna guarda al futuro anche con la lingua algherese
Venerdì scorso, al Teatro Massimo di Cagliari nel corso del focus “Le produzioni sarde in cantiere” riservato ai giovani artisti e alle presentazione delle idee per le rappresentazioni future, la regista algherese Chiara Murru ha parlato del progetto teatrale “Lo Rei bo”, di Pino Piras.
La Biennale del Teatro di Produzione in Sardegna tra le nuove proposte guarda al futuro anche con la lingua algherese. La vetrina più importante sullo stato dell’arte del teatro nell’Isola, promossa e organizzata da Sardegna Teatro ha dedicato una sezione ai cantieri aperti in vista di una ripartenza progettuale. Venerdì scorso, al Teatro Massimo di Cagliari nel corso del focus “Le produzioni sarde in cantiere” riservato ai giovani artisti e alle presentazione delle idee per le rappresentazioni future, la regista algherese Chiara Murru ha parlato del progetto teatrale “Lo Rei bo”, di Pino Piras.
L’opera è stata programmata nel 2019, e rinviata a causa del Covid, in collaborazione tra lo SpazioT e l’Associazione Culturale Cabirol, che promuove le opere teatrali dell’autore algherese scomparso nel 1989. La Biennale del teatro di produzione in Sardegna è stata una occasione per illustrare per la prima volta un’opera in lingua catalana di Alghero in un osservatorio speciale sul teatro in Sardegna al quale hanno partecipato istituzioni, operatori, giornalisti e studiosi guidati dal critico Walter Porcedda. L’opera di Pino Piras, scritta nel 1985 e mai rappresentata, è sicuramente il testo più completo e ricco di spunti di riflessione sull’attualità.
Lo Rei bo ( Il Re buono) è considerato da molti il suo capolavoro, scritto all’apice della sua incredibile produzione artistica e si inserisce nel filone che l’autore/drammaturgo ha iniziato con “Lo Rei Serafi” del 1973. Nel solco della più autentica vena di Pino Piras, Lo Rei bo è una critica al “potere” identificato in una classe politica che lui racconta come malfidata, cialtrona, mediocre, viziosa. Il teatro era consapevolmente strumento privilegiato di denuncia e occasione di crescita per il popolo, classe sociale alla quale lui apparteneva con orgoglio e dignità.
Il progetto di Chiara Murru (Spazio T) in collaborazione con Giovanni Chessa (Ass. Cabirol) gode del patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Alghero e si prefigge di elevare il teatro di Piras, e la sua stessa arte, ad una platea più ampia e non solo parlante la lingua algherese. La Biennale del Teatro in Sardegna è sicuramente un’occasione di svolta per la produzione tutta algherese, in un contesto che mette a sistema le competenze ed è in grado di monitorare i talenti e riflettere sulle opportunità prossime.