La lista Lubrano e le ‘serenate’ per Marco Tedde e il CPE
Ex-lista Tedde, quante note stonate… Evidentemente noi della lista Lubrano siamo simpatici ai membri dell’orchestrina CPE. E’ da qualche tempo ormai che siamo diventati l’oggetto principale delle loro “serenate”. Ne siamo lusingati. Ogni bravo artista cerca le occasioni migliori per mettersi in mostra ma alle volte per la troppa foga o per l’emozione può capitare che di prendere una stecca o che la voce cali.
Questo succede soprattutto ai grandi cantanti, quando sono impegnati in massacranti tour promozionali: afonia e spettacolo rimandato, arrivederci e grazie. E allora è meglio che qualcuno di esperienza, il manager o il talent scout che li ha scoperti dica “basta così, prendetevi una pausa”. Ma il tour promozionale dell’ex-lista Tedde evidentemente non è ancora finito. Poco importa che il festival l’abbia vinto un altro cantante, con una melodia forse più semplice ma sicuramente più diretta, che è arrivata al cuore dei televotanti.
Sì – direte voi – a Sanremo il primo classificato vince, ma da che mondo è mondo è il secondo che ottiene il successo di pubblico. Infatti, il secondo interpreta con eleganza il suo ruolo di consigliere di opposizione non facendo mancare mai alla città il suo impegno, da galantuomo qual è. Il problema ce l’ hanno quelli che rimangono fuori dai giochi ancor prima che si alzi il sipario. Non li cerca più nessuno e finiscono a cantare alla sagra della porchetta.
In questo caso però la casa discografica è inflessibile ed impone un pezzo nuovo alla settimana, altrimenti la classifica e le vendite ne risentono. E allora i canterini mandano giù un bel the caldo al limone e via: the show must go on. Parole e musica del consigliere, anzi, ex-sindaco Tedde (non ce la fanno proprio, quelli lì, a chiamarlo “solo” consigliere; un po’ come Berlusconi, che è sempre il presidente di qualcosa, del consiglio, di mediaset, di forza italia, del milan, del condominio…). Allora tocca a noi aggiungere un po’ di “diesis” allo spartito, per sistemare quelle fastidiose stonature.
Sogeaal: durante il mandato di quale sindaco il comune di Alghero abbandonò il consiglio d’amministrazione dell’aeroporto, e cedette le proprie quote di azionariato? Sì, proprio lui, il Maestro Tedde! Ma d’altra parte che volete che sia, era solo l’aeroporto, niente d’importante!
Ma costava tanti soldi mantenere l’aeroporto! Vero, perdite milionarie che costavano al comune alcune centinaia di migliaia di euro. E allora cosa facciamo, cerchiamo di migliorarne la gestione facendo in modo che le perdite diventino più sopportabili? No, molliamo tutto e pace! E ora non contiamo più niente. E guai a chi prova a recuperare la situazione, magari prospettando una strategia per rientrare in qualche modo in gioco. Non si può più tranne che in casi eccezionali quando la partecipazione è strategica per il territorio. Dobbiamo pensare che ci sia qualcosa di più strategico dell’aeroporto per la nostra città?
Parco: qui ci vuole uno stop, almeno due battute da quattro quarti, tempo “largo”, metronomo a 60 battiti… una pausa. Come quelle che il vecchio CDA dell’ente faceva passare tra una convocazione e l’altra, esigendo però un cachet da rockstar. Questo abbiamo criticato, e abbiamo posto rimedio a una situazione indegna, azzerando i gettoni nella nuova gestione. Qualcuno ha provato a fischiettare -ma che senso ha risparmiare sul parco, tanto sono soldi della Regione!- ma è stato subissato dalle pernacchie, come se i denari del bilancio regionale non uscissero anch’essi dal nostro portafoglio.
Affitti scuole: tempo “allegro con brio”. Così come allegramente uscivano (uscivano, ora non più) dalle casse comunali 30.000 € circa all’anno per affitti di locali inadeguati ad ospitare una scuola. Allegra e briosa decisione, protrattasi per molti anni, con denari che potevano essere spesi per costruirla una nuova scuola ma… si sa, gestendo 140 milioni di euro di opere pubbliche qualcosa può sfuggire…
Le opere! Verdi, Rossini, Donizetti? Macché! Leoncavallo? Forse!
Ouverture: il lungomare Barcellona (progetto delle amministrazioni prececenti). Ma l’abbiamo fatta noi! dice il coro degli ebrei del Nabucco. Infatti ci vuole Mosè per attraversarla quando piove.
Primo atto, Carmen: di Bizet? No, dicevamo il Carmine, ma anche il Caragol, Fertilia e le Borgate… “questa o quella, per me pari sono” : sedotte e abbandonate come Gilda nel Rigoletto (e la storia non finisce bene).
Secondo atto: il nuovo depuratore, il quale canta come un usignolo, anzi, come un “soprano di coloratura”.
Gran finale: “Chi del gitano i giorni abbella?” Non si sa. Anzi le condizioni del campo Nomadi sono peggiorate a vista d’occhio e ora il problema è stato scaricato sulla nuova amministrazione che ha attivato già numerosi tavoli per arrivare a una rapida soluzione, mentre di notte ogni tanto gli abitanti di Fertilia sono costretti a cantare a pieni polmoni ( pieni di fumi tossici per la precisione) ” di quella pira, l’orrendo foco…” Giu il sipario!