La Regione sulla sentenza della Corte Costituzionale
La Corte Costituzionale con la sentenza 241 depositata ieri ha decretato che i maggiori gettiti tributari derivanti dall’aumento delle aliquote non possono essere riservati allo Stato in quanto ai sensi dell’articolo 8 dello Statuto sardo sono compartecipati dalla Regione. Sono state quindi dichiarate inapplicabili in Sardegna le riserve erariali istituite in materia di Iva, Irpef, imposte sostitutive sui redditi di capitale, giochi, tabacchi, condoni i cui proventi devono essere devoluti nelle misure previste dallo Statuto alle casse regionali.
In base a questa sentenza dunque gli uffici regionali stimano in oltre 220 milioni il maggior gettito spettante alla Sardegna. “La sentenza è una ulteriore conferma della scelta fatta dalla Giunta di impugnare tutti gli atti che avessero rilevanza istituzionale e sopratutto che l’orientamento della Corte Costituzionale, contrariamente a quello del Governo, è più aderente alle prerogative delle Regioni e degli enti locali”. E’ quanto affermano il presidente della Regione, Ugo Cappellacci e il vice presidente e assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, in merito alla sentenza della Corte.
“Grazie a questa decisione si potranno vedere incrementate le entrate nel bilancio di copertura 2013 – riprendono Cappellacci e La Spisa – e ora attendiamo l’esito delle ulteriori sentenze che speriamo possano continuare a dare ragione alle azioni messe in campo dalla Regione Sardegna. Ora è fondamentale che il tavolo di confronto con lo Stato sia attivato nel più breve tempo possibile per ottenere il pieno riconoscimento dei nostri diritti. La Stessa Corte con una sentenza precedente aveva infatti sottolineato come non sia assolutamente ragionevole ottenere maggiori entrate senza un adeguamento del Patto di Stabilità in quanto vengono sottratte risorse effettivamente disponibili alle imprese e alle famiglie della Sardegna. La Regione pertanto proseguirà in ogni sede la propria battaglia sino al pieno rispetto del regime di entrate”