La Spending Review discrimina fortemente la lingua Sarda
In Sardegna non potranno essere più assegnati dirigenti a tempo indeterminato alle istituzioni scolastiche con meno di 600 iscritti. Lo prevede la Spending Review (d.l. 95/12, art. 14, Riduzione delle spese di personale, comma 16) che ha escluso la Regione dalle aree caratterizzate da specificità linguistica, cui va applicata la soglia agevolata di 400 iscritti, che sono da considerare “quelle nelle quali siano presenti minoranze di lingua madre straniera”(il riferimento è, ad esempio, a quelle tedesche, francesi, slovene).
Questa discriminazione è stata denunciata dal Senato Accademico dell’Università di Sassari che ha accolto con delibera una segnalazione da parte della Commissione di Ateneo per la lingua sarda. Il danno per la Sardegna è doppio: diretto, in quanto avrà un’incidenza occupazionale riguardo al numero dei dirigenti scolastici a tempo indeterminato, e indiretto, come si legge nella delibera “in quanto si stabilisce in modo del tutto arbitrario che le aree geografiche caratterizzate dalla presenza di minoranze di lingua madre straniera siano più importanti di altre in cui si parla il sardo o il friulano”. Tra l’altro il decreto legge produce anche un paradosso per la Regione, perchè la minoranza catalana di Alghero rientrerebbe fra quelle tutelate, a differenza di quella sarda.
Il Senato Accademico dell’Università di Sassari ha chiesto che sia rispettato il dettato della legge 482/99, che include il sardo fra le lingue di minoranza ammesse a tutela. “E’ intollerabile – si legge nel documento – una divisione per legge fra minoranze forti, che si appoggiano a lingue parlate in altri Stati, e minoranze deboli, che non godono di questo requisito: quasi che una simile condizione di debolezza sia in sé un fatto da censurare e non il criterio ispiratore delle citate norme di tutela delle minoranze linguistiche”. L’Ateneo, nella stessa delibera, “auspica, anzi, che per la Sardegna si riveda la normativa nazionale, che offre tutela solamente al sardo e al catalano di Alghero, e si riconoscano come ugualmente meritevoli di tutela le minoranze di lingua sassarese, gallurese e tabarchina”, come peraltro previsto dalla legge regionale 26/97.