Lavori falesia Punta Giglio, segnalazione delle associazioni: “mancato rispetto delle misure di salvaguardia”
Segnalazione ufficiale delle Associazioni ambientaliste alle autorità competenti: "il primo febbraio alcuni operai, imbragati sulla parte superiore della falesia, all’estremità del versante meridionale del promontorio, stavano procedendo a far precipitare nello specchio d’acqua sottostante massi di cospicue dimensioni e ampie porzioni delle pareti rocciose."
Contro i lavori del progetto “mitigazione del rischio frana” nelle falesie Punta Giglio, e “messa in sicurezza” dello specchio d’acqua sottostante, nel Comune di Alghero, si erano pubblicamente espressi, ritenendoli inutili e dannosi, molti esponenti del mondo accademico e culturale italiano nonché diverse associazioni scientifiche e ambientaliste. Gli interventi interessano un tratto costiero di alto valore naturalistico, paesaggistico e storico/culturale, compreso nelle fasce di massima tutela dell’Area Marina Protetta di Capo Caccia – Isola Piana, nonché parte integrante del Parco Naturale Regionale di Porto Conte. “Purtroppo, ad oggi, tutte le richieste di revoca del progetto o almeno di sospensione dei lavori sono cadute nel vuoto – scrivono in una nota gli esponenti delle associazioni APS Punta Giglio Libera – Ridiamo Vita al Parco, Earth Gardeners, Italia Nostra Sardegna, Lipu Sardegna, Parco Nord Ovest della Sardegna, Sa domo De Totus – Sassari, Siamo Tutti Importanti – Sassari – e perdipiù gli interventi intrapresi non rispettano le misure di tutela indicate dal Ministero della Transizione Ecologica – direzione generale patrimonio naturalistico e mare. La situazione che si sta verificando era stata già paventata in una dettagliata segnalazione inviata tre mesi fa alle autorità competenti da Italia Nostra Sardegna, Punta Giglio Libera – Ridiamo Vita al Parco, Earth Gardeners, Siamo Tuttimportanti”.
“Per tale motivo un giorno fa abbiamo inviato una comunicazione ufficiale, documentata da foto e filmati, a vari organi istituzionali deputati alla difesa ambientale per segnalare che il primo febbraio alcuni operai, imbragati sulla parte superiore della falesia, all’estremità del versante meridionale del promontorio, stavano procedendo a far precipitare nello specchio d’acqua sottostante massi di cospicue dimensioni e ampie porzioni delle pareti rocciose. I testimoni dell’accaduto hanno immediatamente segnalato i fatti all’Ufficio Circondariale Marittimo di Alghero”.
Le Associazioni chiedono dunque di conoscere quali disposizioni siano state impartite dalla Commissione di esperti nominata dalla Direzione del Parco con funzione di controllo scientifico/tecnico per “mitigare” i danni delle demolizioni e quali attività di sorveglianza e controllo siano state assicurate per garantire il rispetto delle misure di tutela imposte dal Ministero. “Dalle foto emerge inoltre che i massi vengono fatti precipitare proprio nello spazio antistante l’ingresso subacqueo della grotta semi-sommersa “dei Cervi”; grotta, che come tutte le grotte sommerse della costa a falesia di Punta Giglio è individuata come habitat prioritario sottoposto a vincolo specifico per iniziativa della Soprintendenza per l’Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, che impose, già negli anni ’90, la realizzazione di una chiusura metallica per l’ingresso, e che anche di recente, nel suo parere sul progetto, ha esplicitamente richiesto di ricevere gli “elaborati di dettaglio” delle misure di tutela adottate, nel caso che gli interventi avessero dovuto interferire con la suddetta Grotta”.
Nel ribadire l’incongruità di detti interventi e il loro potenziale danno anche sui fragili habitat marini, le Associazioni chiedono l’immediata sospensione dei lavori e una verifica delle autorità competenti su quanto finora eseguito e sull’effettivo rispetto delle prescrizioni impartite dalle istituzioni preposte all’alta sorveglianza.