Lavoro, 500 nuove assunzioni in aziende sarde grazie ai progetti ICO
Gli Interventi Coordinati per l'Occupazione sono garantiti da un investimento pari a 9 milioni e 300 mila euro destinato a 500 disoccupati e inoccupati, prevalentemente over 29, per aziende dei settori ICT, Agroalimentare e Nautica
Cinquecento nuove assunzioni in 283 aziende, in tutta la Sardegna, grazie ai progetti ICO: è il risultato di un nuovo sistema che consente l’incontro tra domanda e offerta del mondo del lavoro. I nuovi occupati sono uomini e donne con età superiore ai 29 anni. Gli Interventi Coordinati per l’Occupazione sono garantiti da un investimento pari a 9 milioni e 300 mila euro e il ruolo della Regione è stato quello di affiancare le imprese nella ricerca di personale, con l’inserimento in azienda attraverso un percorso formativo, nuove opportunità in settori strategici e l’attivazione di progetti finalizzati all’impiego.
Il bando. Gli Interventi coordinati per l’occupazione sono una misura prevista nel Programma regionale di sviluppo che ha l’obiettivo di creare nuova occupazione grazie agli incentivi a sostegno delle imprese che operano nei settori ICT, Agroalimentare e Nautica. A essere coinvolti sono l’assessorato del Lavoro (Autorità di gestione del PO FSE), IN.SAR, società partecipata della Regione, e i Centri servizi per il lavoro. Il primo bando si è concluso il 12 febbraio scorso. I numeri del bando. Lo stanziamento di 9,3 milioni di euro è destinato a 500 disoccupati e inoccupati, prevalentemente over 29, per aziende dei settori ICT, Agroalimentare e Nautica, ed è così ripartito: bonus di assunzione di 8 mila euro per gli under 29 e di 10 mila euro per gli over 29; sussidio per i lavoratori, erogato durante il PIM (percorso di inserimento mirato) pari a 1 milione e 500 mila euro; 1 milione e 800 mila euro è destinato alla formazione mentre un altro milione è destinato all’auto-impiego.
Il programma ICO. Il metodo, basato sulla ricerca delle aziende di nuova forza lavoro e di competenze professionali in tutta l’isola, ha prodotto risultati importanti. “Si tratta di un metodo vincente e innovativo – afferma l’assessore del Lavoro Virginia Mura – da mettere a sistema anche per le future politiche attive e di sostegno all’occupazione. È strategica la funzione del SIL, anche per la sinergia tra IN.SAR e CSL, che consente di ottimizzare la richiesta e la domanda di lavoro. Non meno importante, in questo percorso, è l’affiancamento del lavoratore che viene inserito in un percorso formativo in azienda”.
La borsa di lavoro SIL. Sono quattro gli elementi innovativi dell’intervento: matching, profiling, scouting e tutoring per dare il via alla borsa di lavoro SIL. Grazie al matching si ha l’attivazione della borsa. Registrandosi su www.sardegnalavoro.it, sia il lavoratore sia l’azienda che ha presentato la domanda possono inserire rispettivamente il CV e la DDL (domanda di lavoro). Il sistema rende visibili le manifestazioni di interesse di aziende e destinatari, generando inoltre un automatismo nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Il profiling, invece, consente ai destinatari di essere registrati e inserire il proprio CV. L’operazione può essere portata a termine grazie al supporto degli operatori CSL. L’operazione di scouting è affidata all’IN.SAR, che intercetta le aziende, indagando sulla necessità di competenze per identificare la domanda di lavoro. Infine, una volta individuate le aziende, parte l’azione di tutoring, cioè il supporto da parte dell’IN.SAR e dei CSL nelle fasi di accesso e registrazione SIL, nell’adesione al programma e nella soddisfazione delle richieste.
Risultati. Sono 283 i soggetti imprenditoriali individuati dall’IN.SAR che ha indagato sul fabbisogno di competenze delle aziende per individuare la domanda di lavoro. Il maggior numero delle imprese (114) si trova in provincia di Cagliari. Il 52% (in totale 148 aziende) appartiene al settore dell’agroalimentare, il 40% (112 aziende) a quello dell’ICT, l’8% (23 aziende) al settore della nautica. Queste, invece, le percentuali delle assunzioni suddivise per settore: 53% nell’ICT, 39% nell’agroalimentare e 8% nella nautica.