«Le case popolari in costruzione sono per gli aventi diritto»
Intervento del sindaco Nicola Sanna a seguito di notizie non corrispondenti al vero diffuse in questi giorni.
«Chi sta diffondendo notizie false e tendenziose, speculando sulla situazione personale di chi, da anni, è in attesa di una casa, con il rischio di alimentare anche un odio razziale, deve assumersi le responsabilità di un fatto gravissimo». Lo afferma il sindaco di Sassari Nicola Sanna che interviene a seguito di una nota stampa diffusa dalla sezione cittadina di CasaPound Italia (LEGGI) nella quale – oltre ad annunciare l’affissione di uno striscione – accusa l’amministrazione comunale sassarese di «premiare i rom per il degrado dei beni pubblici a loro assegnati dandogli la precedenza sugli italiani nell’accesso agli alloggi popolari».
«Niente di più falso – replica fermamente il primo cittadino di Sassari – e se mai fosse necessario rassicurare coloro che sono in attesa di un alloggio, ribadiamo che le case popolari in costruzione sono riservate ai cittadini aventi diritto e in graduatoria, sassaresi e, come stabilisce la legge regionale, soggetti residenti in Italia da più di 15 anni e in Sardegna da più di cinque, quindi tutelati dalla legge all’accesso di assistenza sociale come tutti. «Respingo fermamente queste modalità di diffusione di notizie – prosegue – che denotano innanzitutto mancanza di conoscenza della legge, mancanza di rispetto delle persone e intolleranza razziale, in grado solo di esacerbare gli animi delle persone che sono in attesa di un alloggio popolare senza preferenze né discriminazioni».
Il sindaco, inoltre, si dice preoccupato per l’episodio che si è verificato nella notte appena trascorsa all’interno del cantiere di via Grazia Deledda, dove si stanno ristrutturando alcune case popolari di Area. È andato a fuoco un furgone appartenente all’impresa impegnata nelle opere di ristrutturazione, ancora però non se ne conoscono le cause. Quindi il sindaco si sofferma sulla questione del campo nomadi di Piandanna.
«Vogliamo intraprendere un percorso di chiusura del campo sosta entro il 2016, così come ci impone la normativa europea – dice il primo cittadino – con soluzioni che ancora non sono state individuate ma che saranno legate alle opportunità offerte dalla normativa nazionale e europea proprio al superamento delle aree sosta per nomadi. «Ci stiamo attivando per recuperare fondi regionali o europei del fondo sociale – conclude il sindaco – espressamente dedicate al superamento delle attuali condizioni di vita dei nomadi, così da garantire loro il diritto all’istruzione, a una vita civile e al superamento della loro condizione di apolidi».